Ultimatum a Mariupol, Zelensky a Israele: “Russi come i nazisti”

Il presidente ucraino parla alla Knesset israeliana che non gradisce il paragone con l'Olocausto. Mosca a Kiev: "Tregua e resa a Mariupol"

Mariupol ultimatum Zelensky

Si spinge per un negoziato prolifico ma, fra raid, offensive e botta e risposta, la tensione fra Russia e Ucraina resta alle stelle. In serata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato ai deputati della Knesset, il parlamento israeliano, avanzando paragoni fra l’invasione dell’esercito russo e quanto fatto dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Un accostamento anche con l’Olocausto, non gradito da tutti i deputati d’Israele. La Russia, ha detto il presidente, “vuole distruggere tutto ciò he rende ucraini gli ucraini: ecco perché uso il confronto con la vostra storia”. E ancora: “I russi usano la terminologia del partito nazista, vogliono distruggere tutto. I nazisti chiamarono questa ‘la soluzione finale alla questione ebraica… L’invasione è diretta a distruggere il popolo dell’Ucraina ed è per questo che assomiglia a quello che i nazisti fecero al popolo ebraico durante la Shoah”.

Knesset dura con Zelensky

Un discorso non particolarmente gradito nemmeno al Governo israeliano. Il ministro delle Comunicazioni, Yoaz Hendel, ha twittato poco dopo un commento risentito sulle parole del presidente ucraino. “Ammiro Zelensky e sostengo il popolo ucraino – ha scritto – con il cuore e con i fatti ma la terribile storia della Shoah non può essere riscritta”. La guerra, ha scritto il ministro, “è tremenda ma le comparazioni con gli orrori della Shoah e la soluzione finale sono oltraggiose“. E Zelensky non ha risparmiato nemmeno qualche stoccata alla Knesset, “rimproverando” a Israele una sorta di attendismo e il mancato invio di armi. Invitando inoltre il Paese a fare una scelta: “Sono sicuro che sentite la nostra pena, ma potete spiegare perché vi stiamo ancora chiedendo aiuto?”.

Mariupol, ultimatum di Mosca

Nel frattempo, l’esercito russo punta deciso alla capitolazione di Mariupol. Il capo del Centro di gestione della Difesa nazionale della Russia, Mikhail Mizintsev, ha fatto sapere che un ultimatum è stato lanciato alle autorità cittadine. Mosca attenderà la risposta di Kiev alla proposta sulle misure di evacuazione per i civili fino alle 5 ora di Mosca (le 3 del mattino italiane). Una risposta che i russi si attendono in modo scritto e ufficiale da parte dell’Ucraina, spiegando che coloro che rifiuteranno la resa compariranno davanti a un tribunale militare. La tregua e la resa della città sarà attesa non oltre le 12 di lunedì. Nonostante l’ottimismo dei mediatori turchi, la via diplomatica appare sempre più in salita.