Vaiolo delle scimmie: identificato il primo caso in Italia. L’Iss istituisce una task force

Un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità

E’ stato identificato all’ospedale Spallanzani di Roma il primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie. Si tratta di un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Isole Canarie che si è presentato al pronto soccorso dell’Umberto I. “A seguito della segnalazione di alcuni casi di vaiolo delle scimmie in Europa, il Ministero della Salute ha tempestivamente allertato le Regioni e messo in piedi un sistema di monitoraggio dei casi“, ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. “Dato che il virus si trasmette per contatto diretto o molto stretto, i focolai tendono poi generalmente ad autolimitarsi“, ha aggiunto. Nell’Unione europea, segnala il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), risultano cinque casi confermati in Portogallo e otto casi sospetti sono stati segnalati dalla Spagna, mentre al di fuori dell’Ue, nel Regno Unito, sono sette casi i confermati. L’Ecdc comunica che una valutazione rapida del rischio “sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana” e avverte che “la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio” di soggetti infettati dal virus del vaiolo delle scimmie “dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio“.

I casi in Europa

Nell’Ue risultano al 18 maggio in Portogallo cinque casi confermati e più di 20 casi sospetti di vaiolo della scimmia, verificatisi tutti a Lisbona e nella valle di Tago e sono relativi a giovani uomini, e otto casi sospetti sono stati segnalati dalla Spagna, ha segnalat l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, facendo il punto sulla diffusione aggiornata a ieri del virus nell’Ue, che si aggiunge ai sette casi segnalati nel Regno Unito (il dato è anche in questo caso aggiornato a ieri). Quanto al Regno Unito, il primo caso è stato segnalato dall’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria il 7 maggio e si ritiene sia stato importato, spiega l’Ecdc. Il 14 maggio, sono stati identificati altri due casi, entrambi residenti nella stessa famiglia, ma senza precedenti recenti di viaggio e nessun contatto con il caso riportato il 7 maggio. Altri quattro casi sono stati confermati il 16 maggio: non hanno avuto contatti con i casi precedenti o una recente storia di viaggio in aree endemiche, e sono tutti uomini con dichiarati rapporti sessuali con uomini, conclude Ecdc.

Ecdc: “Considerare la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio”

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie “sta monitorando da vicino la situazione” in relazione ai casi di vaiolo delle scimmie segnalati in Europa ed “è in contatto con gli Stati membri dell’Ue e i paesi partecipanti al comitato per la sicurezza sanitaria”. Una “valutazione rapida del rischio è in fase di sviluppo e sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana“. E’ quanto si legge sul sito dell’Ecdc. Il Centro europeo raccomanda di isolare e testare i casi sospetti e di notificarli rapidamente. “Se nel paese sono disponibili vaccini contro il vaiolo, la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio” di soggetti infettati dal virus del vaiolo delle scimmie “dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”. Lo afferma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Per i “casi più gravi – raccomanda l’Ecdc – può essere preso in considerazione il trattamento con un antivirale registrato, se disponibile nel paese”.

Le condizioni del ragazzo

In una nota, lo Spallanzani spiega che il “quadro clinico è risultato caratteristico e il monkeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e dissequenziamento genetico dai campioni delle lesioni cutanee“. La persona, prosegue l’ospedale, “è attualmente ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali” e “sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti“.

Altri due casi sospetti

Altri due casi sospetti” di vaiolo delle scimmie sono in corso di accertamento da parte dei medici dell’ospedale Spallanzani di Roma dove è stato individuato il primo caso su un uomo di ritorno dalle isole Canarie. Lo rende noto lo stesso ospedale sottolineando che “al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatesi negli altri Paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità“.

L’Iss istituisce una task force

“L’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”, si legge in una nota dello Spallanzani. “Si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale”. Spiega l’Istituto Superiore di Sanità. “Nell’uomo – prosegue la nota – si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”. “L’infezione – prosegue l’Iss – è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario. La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario”. “Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, UK e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’ISS“. “Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento – conclude l’Iss – è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse“.