Vaccino, Pfizer e BioNTech chiedono l’autorizzazione per il mercato Usa

La Big Pharma americana accelera sulla commercializzazione del vaccino anti-Covid. Il microbiologo Crisanti: "Va testato"

E’ ormai un conto alla rovescia quello iniziato da quando Pfizer ha annunciato l’efficacia del 95% del suo candidato vaccino. Tra prime bozze di piani vaccinali e la speranza che i ritrovati siano davvero l’arma sperata per sconfiggere definitivamente la pandemia da coronavirus, la società americana e la tedesca BioNTech hanno già inoltrato richiesta di autorizzazione alla United States Medicines Agency (FDA). Con l’obiettivo di imprimere l’accelerazione finale per immettere quanto prima sul mercato (per ora quello americano) il vaccino contro il Covid-19. Quasi una certezza, comunque, che il campione della Big Pharma Pfizer-BioNTech sarà il primo a essere utilizzato per contrastare il virus.

Valutazione dei dati

Come precisato dall’ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea dei Medicinali (Ema) Guido Rasi, tuttavia, “nell’arco del 2021 avremo 6 o 7 vaccini. E sono ragionevolmente ottimista che per fine gennaio ne avremo già 3 con l’autorizzazione e pronti per essere rilasciati. La palla poi passerà alle strutture locali e stati membri per non vanificare la corsa veloce che si è fatta”. Nel corso del webinar “L’Unione europea alla sfida del Covid-19”, Rasi ha precisato che “la qualità del vaccino contro il morbillo e di quelli contro il Covid viene analizzata con lo stesso metodo, le stesse persone e gli stessi mezzi. Non c’è una sicurezza diversa. Se riscontrassimo dati che insospettiscono l’accelerazione si bloccherebbe, come abbiamo già visto con i due stop nei mesi scorsi”.

Un’osservazione sui vaccini

Resta comunque il dibattito aperto circa la predisposizione della popolazione mondiale a essere sottoposta a un vaccino preparato in meno di un anno, fra sperimentazione e fase di test. Qualche obiezione, pur ribadendo la sua estraneità a concetti “no vax”, anche il microbiologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, intervenuto al Festival di Focus Live: “Senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie“. Un’osservazione che riguarda la media di circa 8 anni richiesti dalla sperimentazione di altri vaccini nell’ultimo decennio.