Vaccini e rischio coaguli: cosa rivela uno studio

Al momento la teoria dei ricercatori di Francoforte è stata verificata solo con test di laboratorio e con software

Foto di Willfried Wende da Pixabay

Con l’inizio della campagna di vaccinazione a livello mondiale, messa in atto per cercare di arginare la diffusione del virus sars-Cov-2, con l’inoculazione di alcuni sieri alcune persone – in rari casi – hanno manifestato dei problemi di coagulazione.

Lo studio

Uno studio della Goethe-University di Francoforte, al momento solo preprint, potrebbe aver scoperto il meccanismo che crea questi coaguli. I rarissimi eventi avversi si sono verificati con i vaccini Astrazeneca e Janssen e potrebbero essere dovuti al metodo utilizzato per portare nelle cellule le “istruzioni” per produrre la proteina del virus. Per i ricercatori, il problema potrebbe essere risolto “rimodulando” i vaccini.

Cosa è emerso

Secondo quanto spiegato dai ricercatori, il vaccino rilascia una sequenza di Dna che serve a produrre la proteina del Sars-Cov-2 nel nucleo della cellula e non nella parte esterna (citoplasma), come fanno invece quelli a mRna. Una volta dentro, una parte di questo Dna si “rompe” e i frammenti vengono espulsi finendo nel sangue e provocando i coaguli. Al momento, questa teoria è stata verificata con dei test di laboratorio e attraverso dei software.

La casistica

In Gran Bretagna i problemi di coagulazione sono stati riscontrati in 309 persone su 33 milioni di vaccinati, con 56 morti, mentre in Europa sono 142 le segnalazioni su 16 milioni di immunizzati, un tasso quindi di circa uno ogni 100mila.