Ucciso un prete in Francia, si costituisce un uomo

Il reo confesso attualmente era ospite della comunità religiosa gestita dal sacerdote. Raggiunto da un provvedimento di espulsione, era sospeso perché si trova sotto controllo giudiziario nell'ambito dell'inchiesta sull'incendio della cattedrale di Nantes

Padre Oliver Maire

Si sarebbe consegnato spontaneamente alla gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre, nel dipartimento francese della Vandea, per confessare agli agenti di aver ucciso un prete, Olivier Maire, il cui corpo – secondo France 3 – sarebbe stato trovato oggi Saint-Laurent-sur-Sèvre. Il reo confesso, che era ospite della comunità presieduta dallo stesso Maire, era già sotto controllo giudiziario e in attesa di processo per l’incendio che nel luglio 2020 aveva danneggiato la cattedrale gotica di Nantes.

Sul suo profilo Twitter il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin, che si è poi recato in visita alla casa dei frati missionari di Montfortains, ha scritto: “Vorrei esprimere il mio sostegno ai cattolici del nostro Paese dopo il tragico omicidio di un prete in Vandea”.

Sullo stesso social ha pubblicato un post anche il delegato episcopale all’informazione della diocesi di Rennes Nicolas Guillou:”Padre Olivier Maire è stato assassinato, vittima della sua generosità“.

“La morte testimonia la bontà di questo prete che conoscevo bene e di cui ho potuto apprezzare la profondità della fede”, ha scritto ancora su Twitter il senatori dei Les Républicains Bruno Retailleau.

Chi è

L’uomo che si è costituito alla polizia sarebbe Emmanuel Abayisenga, quarantenne originario del Ruanda che da alcuni mesi era ospite della comunità religiosa di Montfortains, gestita dal sacerdote. Si trovava quando era stato rilasciato dopo un periodo in prigione in seguito all’accusa di distruzione e danneggiamento da incendio della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove era stato distrutto l’organo e annerito l’interno della cattedrale del XV secolo, che lui stesso aveva confessato. Attualmente, era sotto controllo giudiziario e in attesa di processo.

Il provvedimento sospeso

In Francia dal 2012 e residente a Nantes per lungo tempo, dove operava come volontario, Abayisenga, che soffrirebbe di problemi psichici, secondo quanto aveva detto all’epoca il procuratore di Nantes, aveva fatto domanda per vedersi riconoscere lo status di rifugiato. La richiesta era però stata respinta e nel 2019 era stato raggiunto da un provvedimento di espulsione, sospeso per via della sorveglianza giudiziaria. “Non poteva essere espulso, nonostante il provvedimento di espulsione, finché non fosse stato tolto dal controllo giudiziario”, ha infatti spiegato il ministro Darmanin.