Usa 2020, l’ipotesi (quasi) impossibile di Trump: “Non è meglio rinviare le elezioni?”

Il tweet di Trump fa scuotere le fondamenta storiche degli Stati Uniti. Mai, finora, si è rinviata un'elezione. E se anche divenisse proposta, dovrà decidere il Congresso

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Probabilmente a rinviare le elezioni americane non ci ha mai pensato nessuno. Nemmeno nei giorni bui della pandemia, che vede ancora gli Stati Uniti in piena emergenza sanitaria. Nessuno (forse) tranne il presidente stesso, Donald Trump. Una provocazione forse, magari un pensiero condiviso, ma nondimeno una possibilità se lo dice il presidente. “Una elezione dove si vota esclusivamente per posta – ha scritto su Twitter – sarebbe inaccurata e fraudolenta. Un grande imbarazzo per gli Stati Uniti. Non sarà il caso di posticipare le elezioni fin quando si potrà votare in modo corretto e sicuro???”. Punti interrogativi tre. Forse a sottolineare il tono provocatorio ma, a leggere meglio, quasi un’eco. Come a volersi far sentire su un’eventualità che finora non è mai stata contemplata.

Voto in tempo di guerra

Si è votato sempre negli Stati Uniti. Non fermò le elezioni nemmeno la Guerra civile, visto che il repubblicano Lincoln si guadagnò la riconferma in pieno conflitto bellico anche se con l’Unione avviata ormai verso la vittoria militare. Una campagna elettorale che il rivale George McClellan cercò di giocarsi proponendosi come il candidato che avrebbe posto fine alla guerra, in una fase in cui la Campagna di Atlanta del generale Sherman aveva in buona parte fiaccato la resistenza Confederata. Del resto, se non ci riuscì un conflitto civile, nemmeno la Seconda guerra mondiale riuscì a far desistere gli americani dal recarsi alle uurne: 1944, a un passo dalla fine, con Roosevelt che centrò la quarta rielezione battendo l’avversario repubblicano Thomas Dewey.

Scenario impossibile. O quasi…

Stavolta al timone c’è Donald Trump e in atto non c’è una guerra, se non quella contro il coronavirus. Il punto è che, per quanto la situazione possa essere grave e il presidente possa godere di ampi poteri, sul piatto c’è una legislazione in merito che non può essere ignorata. Il martedì dopo il primo lunedì di novembre uguale elezioni. A novembre (l’8) venne rieletto Lincoln, e sempre a novembre (il 7) arrivò la quarta vittoria di Franklin D. Roosevelt.

Mai è accaduto diversamente a partire dall’elezione di Zachary Taylor nel 1848. Ultima tornata elettorale a svolgersi nell’arco di diversi giorni (ma comunque cominciando dall’1 novembre) fu quella precedente, che portò alla presidenza James Knox Polk, nel 1844. Prima della fine di quell’anno, si deciderà di creare l’Election Day.

Trump e il Congresso

E non è solo questione storica o di tradizione (anche se la questione del martedì fu decisa ben prima del XX secolo): nessun presidente può andare oltre il 15 gennaio, giorno di scadenza del mandato presidenziale. Uno scenario praticamente impossibile quindi, anche perché, pur volendo ipotizzare che il tweet di Trump diventi proposta, servirebbe l’approvazione del Congresso. E la Camera dei Rappresentanti, a guida democratica (e soprattutto a guida Nancy Pelosi), in questo senso diventerebbe un bunker.