Trump cancella gli accordi con Cuba: “Regime brutale”, L’Avana: “Retorica ostile”

“Oggi cancello l’accordo unilaterale siglato da Barack Obama con Cuba”. Donald Trump lo annuncia a Miami, in un teatro di Little Havana simbolo degli esiliati in fuga dai Castro. I suoi toni sono durissimi contro quello che definisce “un regime brutale“, annunciando nuove restrizioni su viaggi e flussi di denaro, e allontanando l’ipotesi di una fine imminente dell’embargo.

L’ambasciata resta aperta

Ma il presidente americano di fatto non chiude la porta aperta dal suo predecessore, confermando che le relazioni diplomatiche rimesse in moto dopo oltre 50 anni restano. Come resterà l’ambasciata Usa a L’Avana, uno dei segni finora più tangibili del disgelo avviato da Obama e da Raul Castro.

Elezioni

Dietro il pesante affondo contro il governo cubano si nasconde dunque tutta la difficoltà di Trump nel rovesciare davvero la strategia di chi lo ha preceduto. Anche perché troppi sono gli interessi finanziari ed economici dietro al riavvicinamento tra Cuba e Stati Uniti. “Il nostro obiettivo è una Cuba libera, per questo chiediamo al più presto elezioni libere”, tuona il presidente americano, che vuole marcare con forza una differenza di approccio rispetto ad Obama. Un Obama che per Trump ha ignorato “gli abusi sul fronte dei diritti umani” che il regime dei Castro ha compiuto nei confronti del proprio popolo. “Noi non staremo in silenzio”, ha assicurato il presidente americano, lanciando un appello per la liberazione dei prigionieri politici e un monito per fermare una volta per tutte l’incarcerazione di persone innocenti.

Rinegoziazione

Seguendo uno schema già visto in altre situazioni, Trump invoca dunque la rinegoziazione di un nuovo accordo “più giusto e più equo“. Intanto firma un decreto in cui sono indicati gli obiettivi della nuova strategia verso Cuba, che per l’amministrazione Usa sono imprescindibili: “Rafforzare il rispetto delle leggi americane, soprattutto quelle che regolano l’embargo e il divieto sul turismo, ritenere il regime cubano responsabile per l’oppressione e gli abusi dei diritti umani ignorati da Obama, gettare le basi per dare più potere ai cubani sviluppando una maggiore libertà economica e politica“.

L’Avana risponde

Dopo poche ore è giunta la replica dell’Avana. “Quello di Trump – si legge in una nota del “governo rivoluzionario” – è discorso carico di retorica ostile“. Ancora una volta “il governo Usa ricorre a metodi coercitivi del passato”, prosegue la “dichiarazione”, precisando che Trump “torna alla retorica della Guerra Fredda“. Il testo respinge quindi eventuali “concessioni relative alla propria sovranità o indipendenza“, così come “condizionamenti” posti da Washington e “ogni strategia che punti a cambiare il sistema politico, economico e sociale di Cuba”. Solo “il popolo cubano deciderà in modo sovrano” eventuali “cambiamenti necessari” nel Paese. Negli ultimi due anni, conclude il comunicato letto sulla tv di Stato, è stato dimostrato che i due Paesi possono cooperare e convivere in modo civile”. Per questo Cuba rinnova “la volontà di proseguire un dialogo rispettoso” con gli Usa nei temi di mutuo interesse.