Tratta, smascherato un giro di sfruttamento di badanti moldave

Fermati sei soggetti, cinque di nazionalità moldava e un italiano, gravemente indiziati per associazione finalizzata a tratta. Nell'indagine, decisivo il supporto di Europol

Potenza tratta

Sfruttate, vessate, sorvegliate e, nei casi più gravi, sottoposte a violenze e segregazione. La Squadra investigativa Comune, composta dalla Repubblica italiana e quella Moldava, con il decisivo supporto dell’Europol, ha eseguito il fermo di sei soggetti, cinque dei quali cittadini moldavi (il sesto italiano), sospettati di essere parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani. Nello specifico, di ragazze di nazionalità moldava, attirate nel nostro Paese dietro promessa di lavoro. Oltre che all’intermediazione illecita e allo sfruttamento di lavoro. I fermi sono stati emessi dalla Direzione distrettuale Antimafia di Potenza. I soggetti risulterebbero tutti gravemente indiziati.

Tratta di esseri umani, le indagini

Gli elementi indiziari acquisiti, hanno permesso di svelare l’esistenza di un sodalizio criminoso, operante fra Italia e Moldavia e finalizzato allo sfruttamento di esseri umani. L’operazione, denominata “Women Transfer?”, è stata di fatto la prima sperimentazione dello strumento della Squadra investigativa comune da parte della Dda di Potenza. Essenziale, in questo senso, il supporto dell’Europol, che ha permesso a numerose Procure di operare anche in territori esteri. La base logistica del sodalizio sarebbe stata proprio la città di Potenza. I soggetti, tuttavia, avrebbero operato sulla tratta fra il capoluogo lucano e la Moldavia, cercando di reclutare donne in condizioni sociali, familiari ed economiche particolarmente disagiate.

Sfruttamento di esseri umani

L’obiettivo: un impiego in Italia come badanti, in nero e in condizioni di sfruttamento lavorativo, specie in merito agli orari. Turni continui, senza riposo né alloggio adeguato. Nessuna garanzia fornita, né dal punto di vista previdenziale che assistenziale, mentre i compensi risultavano pesantemente inferiori alla norma. Inoltre, i soggetti avrebbero operato delle trattenute in merito a dei presunti debiti contratti dalle vittime. Sembra che alcune ragazze arrivassero in Italia già indebitate, per il viaggio come per l’alloggio messo a disposizione, collocato nel centro storico di Potenza.

Azione coordinata

Una rete di sfruttamento che, nei casi più gravi, si traduceva con una forma di intimidazione che sfociava fin troppo spesso nella violenza e nella costrizione fisica. Come emerso dalle intercettazioni, lo stringente controllo del sodalizio era messo in atto durante tutta la permanenza in Italia. Le condizioni di alloggio, inoltre, sarebbero state estremamente degradanti. Alcune delle vittime, erano addirittura costrette a dormire sul pavimento. Tratta, sfruttamento, abuso, privazione della dignità: un quadro estremo, smascherato dal coordinamento funzionale tra le Forze dell’ordine.