Tragedia a Roccamorice: trovato morto lo speleologo disperso

L'uomo era rimasto bloccato oltre un sifone allagato in una cavità naturale assieme a due compagni, tratti invece in salvo

E’ finita nel modo peggiore la ricerca del terzo speleologo della squadra che, nella giornata di ieri, è rimasta coinvolta in un incidente nella grotta di Risorgiva a Roccamorice, nel Pescarese. L’uomo, un 42enne, è stato ritrovato privo di vita dopo essere rimasto bloccato all’interno della cavità durante un’escursione assieme a due compagni, entrambi invece recuperati. I tre speleologi sono rimasti sorpresi da una piena, che ha riempito la cavità separandoli dal resto del gruppo (altre due persone, per un totale di 5). Gli speleologi si erano ritrovati bloccati oltre un sifone, allagatosi a una settantina di metri dall’ingresso della cavità, che in apertura presentava passaggi già allagati. Le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico erano al lavoro da ieri sera.

I soccorsi

I soccorritori hanno dovuto attendere che il livello dell’acqua calasse prima di procedere al recupero del terzo escursionista, dopo che i primi due erano stati già tratti in salvo e trasportati in ospedale. Entrambi (un 31enne della provincia di Ancona e un 36enne di Pianella) erano provati ma complessivamente in buone condizioni fisiche. Per il loro compagno, invece, non c’è stato nulla da fare. L’operazione di salvataggio ha richiesto alcune ore, mettendo al lavoro delle idrovore per drenare l’acqua e i detriti dai passaggi allagati e consentire alle squadre di soccorso di oltrepassare il sifone che le separava dall’ultimo disperso. Il gruppo speleologico aveva allestito un piccolo campo all’esterno per procedere poi a turno all’esplorazione. A lanciare l’allarme erano stati proprio i due compagni dei dispersi, che subito si erano accorti della piena.