Sud Corea: confermato l’impeachment per Park, scontri i piazza, 2 morti

E’ di due morti il bilancio provvisorio degli scontri in piazza a Seul dopo che la Corte Costituzionale della Corea del Sud ha confermato l’impeachment per Park Geun-hye, destituendola dal ruolo di presidente. I tafferugli sono scoppiati subito dopo la lettura della sentenza e ha visto fronteggiarsi i sostenitori della prima donna alla guida del Paese asiatico e la polizia.

La sentenza

La messa in stato d’accusa era stata approvata il 9 dicembre dal Parlamento, completando la prima procedura del genere nella giovane storia democratica della Sudcorea. “La speranza è che la sentenza chiuda le divisioni nazionali – ha introdotto leggendo il dispositivo di “condanna” in diretta tv, la presidente della Corte Lee Jung-mi, altra donna salita ai vertici in una nazione dalla solida tradizione maschilista e il cui mandato è in scadenza il 13 marzo -. Gli effetti negativi delle azioni presidenziali e le loro ripercussioni sono gravi, e i benefici della difesa della Costituzione con la sua rimozione dalla carica sono enormemente ampi”.

Le accuse

La Corte ha certificato il ruolo nefasto della “sciamana” e confidente, Choi Soon-sil, che si sarebbe “immischiata in affari di Stato” per colpa di Park, responsabile della ripetuta e continua “fuga di molti documenti riservati”. Non solo, avrebbe riconosciuto anche il ruolo coordinato nel premere sulle imprese sudcoreane per l’erogazione di fondi a due dubbie fondazioni promosse da Choi che avrebbero incassato decine di milioni di dollari. Nel suo giudizio di legittimità e di merito, la Corte ha ravveduto anche alla scrematura del corposo dossier parlamentare rigettando, ad esempio, le accuse di abuso di potere nella nomina di funzionari di governo e le pressioni sulla stampa (in entrambi i casi “per mancanza di prove”) o la cosiddetta “fuga dalle responsabilità”, come nella tragedia dell’affondamento di aprile 2014 del traghetto Seawol (costato la vita a oltre 300 persone, quasi tutti studenti di liceo), non di “competenza” della Corte.

Preoccupazione

La vicenda crea preoccupazione tra i partner asiatici, a partire dal Giappone. Il ministro degli Esteri nipponico, Fumio Kishida, ha detto che la cooperazione e la coordinazione delle politiche tra Tokyo e Seul “rimangono un’indispensabile risorsa per mantenere la pace e la stabilità nella regione”. I due Paesi hanno recentemente rafforzato gli impegni bilaterali con il contributo degli Stati Uniti per prevenire lo sviluppo del programma nucleare della Corea del Nord, all’indomani dei lanci missilistici. Su altri fronti, tuttavia, i rapporti tra Giappone e Corea del Sud rimangono tesi prevalentemente per ragioni storiche legate al secondo conflitto mondiale, tra cui il caso delle “confort women“: donne locali soggette a uno stato di schiavitù sessuale dall’esercito giapponese durante la guerra. Dopo la realizzazione da parte degli attivisti di una seconda statua che ricorda le vicende, davanti al consolato di Busan, Tokyo ha richiamato il proprio Ambasciatore da Seul per protesta, e il cui ritorno non è stato ancora deciso.