Strage a Vienna, 4 dei fermati hanno precedenti per terrorismo

Emergono novità dalle indagini sulle sparatorie del 2 novembre. E l'Intelligence slovacca avvertì del rischio

Quindici persone fermate, otto con precedenti penali gravi e addirittura 4 di questi legati a reati per terrorismo. Un bilancio agghiacciante quello che emerge dalle indagini relative alla strage di Vienna. Novità rilasciate in conferenza stampa dal ministro degli Interni austriaco, Karl Nehammer, che ha dato conto degli sviluppi relativi alle sparatorie che, la sera del 2 novembre, hanno portato alla morte di quattro persone. Emergono nel frattempo legami con il territorio tedesco: “Con il caso di Vienna – ha detto il ministro degli Interni di Germania, Horst Seehofer – abbiamo anche dei collegamenti che portano in Germania con persone ‘pericolose’, osservate 24 ore su 24″. Altre due dei fermati, erano stati condannati per crimini violenti, mentre altri avevano ricevuto sentenze a Linz, accusati di tentato delitto d’onore.

Bufera a Vienna

Intanto, in Austria si consuma la polemica circa il rilascio anticipato dell’attentatore, un giovane di origini macedoni con l’ambizione di volare in Siria per unirsi alle milizie jihadiste di Daesh. Isis che, peraltro, il giorno dopo la strage ha rivendicato l’attentato, come aveva fatto poche ore prima con quello di Kabul, attribuendo al killer l’epiteto di “soldato del califfato”. Sul pericolo corso da Vienna, come riferito dal ministro Nehammer, pare fosse arrivato l’avviso dell’Intelligence slovacca, addirittura nello scorso mese di luglio. Kujtim Fejzulai, il sospetto autore della strage, era stato rilasciato in anticipo a dicembre. Dopo aver ricevuto una condanna proprio per aver tentato di recarsi in Siria.

Un difetto di comunicazione

Dopo la comunicazione della Slovacchia, però, qualcosa non ha funzionato. Anzi, secondo il ministro Nehammer, “qualcosa apparentemente è andato storto con la comunicazione nei passaggi successivi”. Di fatto vanificando l’allerta e consentendo alle maglie dell’Intelligence austriaca di aprirsi quel tanto che è bastato per ritrovarsi di fronte all’orrore. Nehammer, ha fatto sapere di voler istituire un gruppo indipendente per ripercorrere i vari passaggi e cercare di individuare “dove sono stati commessi gli errori“.