Strage in un ospedale dell’Oklahoma

A pochi giorni da quanto successo in Texas, un uomo ha ucciso 4 persone in un ospedale prima di togliersi la vita

A pochi giorni dalla strage nella scuola elementare del Texas un uomo è entrato in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, e con due armi da fuoco ha ucciso quattro persone e ne ha ferite altre dieci, prima di togliersi la vita. L’incidente, il quarto episodio dal 24 maggio scorso e il secondo nello stato dell’Oklahoma, è avvenuto al secondo piano del Natalie Medical Building, che si occupa prevalentemente di medicina sportiva, dell’ospedale St. Francis. Secondo la polizia, l’aggressore aveva in mente degli obiettivi precisi.

Il fatto, avvenuto nel giorno del centunesimo anniversario del massacro di Tulsa, in cui persero la vita circa tra i 100 e i 300 afroamericani, sarebbe collegato a un allarme bomba nelle ultime ore sempre nella città. La sparatoria arriva mentre è in corso un acceso dibattito sulle armi dopo le stragi di Uvalde e di Buffalo. La speaker democratica della Camera Nancy Pelosi ha assicurato che ci sarà un’azione forte.

Cos’è successo

L’uomo, un afroamericano fra i 35 e i 40 anni, è entrato in azione nel pomeriggio, armato con una pistola e un fucile semiautomatico. L’allarme è scattato quando qualcuno ha chiamato la polizia avvertendo che c’era un uomo armato nel campus dell’ospedale. Gli agenti sono arrivati sul posto nell’arco di alcuni minuti e sono immediatamente intervenuti. “Nessun agente è rimasto ferito”, riferisce la polizia parlando di una scena “catastrofica”, ma limitata a una “porzione del secondo piano”.

Massacro di Tulsa

Il 31 maggio 1921 nel quartiere afroamericano di Tulsa, Greenwood, in delle tensioni tra uomini armati bianchi e afroamericani si contarono, tra i secondi, tra le 100 e le 300 vittime. Le violenze in città scoppiarono in seguito all’arresto, per una sospetta aggressione a una ragazza bianca che sarebbe risalita al 30 maggio, anche se non era stata fatta nessuna denuncia, del diciannovenne afroamericano Dick Rowland. La sera del 31 maggio, davanti al tribunale nella cui prigione era rinchiuso il giovane, si radunarono due folle, una di bianchi probabilmente intenzione a linciare il ragazzo, e l’altra di afroamericani, che volevano difenderlo, e la situazione tra le due fazioni degenerò.