Strage di Pentecoste, Zuppi: “Il male non avrà mai l’ultima parola”

Il bilancio ufficiale delle autorità locali è di 21 vittime, fonti legate alla diocesi insistono che le persone uccise sono oltre cinquanta

© Cei

La chiesa di Owo in Nigeria conta oggi i suoi morti di Pentecoste e se il bilancio ufficiale delle autorità locali si ferma a 21 vittime, fonti legate alla diocesi insistono che le persone rimaste uccise sono oltre cinquanta. La Conferenza episcopale cattolica della Nigeria ha esortato il governo a “intensificare gli sforzi per dare la caccia agli aggressori della chiesa di San Francesco Saverio”. Dall’Italia arriva il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Suscita profonda tristezza la notizia del vile attacco contro la chiesa di San Francesco a Owo, dove hanno trovato la morte numerosi fedeli inermi riuniti per celebrare la Pentecoste. Nel condannare con la massima fermezza l’orribile gesto criminale” il Presidente conferma che la Nigeria “potrà sempre contare sul sostegno dell’Italia nella lotta contro ogni forma di violenza”.

Zuppi (Cei): “Portiamo con voi il peso della croce”

Il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna cardinal Matteo Zuppi, ha scritto un messaggio al vescovo di Ondo, monsignor Jude Ayodeji Arogundade. “Ci stringiamo al vostro dolore, invocando per quanti sono stati uccisi la misericordia del Padre” e “come il Cireneo, condividiamo il dramma di quanto avvenuto, portando insieme a voi il peso della Croce”. “Il male non avrà mai l’ultima parola“, sottolinea il cardinale italiano. Non c’è ancora una rivendicazione ma gli occhi sono puntati sui pastori Fulani e su Boko Haram.

Monteduro (Acs): “Probabilmente un attacco di Stato”

“La strage perpetrata ieri a Owo non è soltanto un attacco ai cristiani ma è stato probabilmente un attacco contro lo Stato e contro le sue reti debolissime e corrotte – spiega Alessandro Monteduro, direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre -. Il timore in prospettiva è che ci si possa trovare dinanzi ad una saldatura fra le componenti più estremiste della comunità dei Fulani e le organizzazioni terroristiche operanti nel nord, innanzitutto Boko Haram. Sarebbe un quadro drammatico per la Nigeria che l’Occidente non potrebbe continuare ad ignorare”.

La comunità cristiana locale: “Siamo terrorizzati”

Nella comunità cristiana il clima è di grande preoccupazione: “Dobbiamo sempre sapere che i Fulani ci circondano nella foresta e possono attaccarci da un momento all’altro. Siamo terrorizzati ma dobbiamo perseverare. Abbiamo tutti paura perché in realtà non c’è supporto di protezione da parte del governo – dice a Vatican News suor Agnes Adeluyi, una religiosa infermiera che si sta prendendo cura dei feriti -. La gente ha paura ora anche di andare in chiesa”. Intanto arriva la notizia dell’ennesimo rapimento di un sacerdote cattolico: è padre Christopher Onotu, parroco a Obangede, nell’area del governo locale di Okehi, nello stato di Kogi. Sarebbe stato rapito sabato, prima della strage ad Owo, e al momento non è arrivata nessuna notizia né richiesta di riscatto.