La lunga sfida di Zanardi, il medico: “Sarà come scalare l’Himalaya”

Il campione paralimpico trasferito nella clinica riabilitativa di Villa Beretta. Il percorso avverrà nella riservatezza. L'Italia spera

Come scalare l’Himalaya. Niente che non abbia già fatto Alex Zanardi, che una battaglia per la vita l’ha già vinta. Dovrà riprovarci di nuovo il campione, forte della sua tempra d’acciaio e di un affetto incondizionato, della sua famiglia come del Paese intero. Anche questa volta, a Zanardi servirà tutto questo: forza e coraggio. Con la consapevolezza che non sarà facile: “Bisogna essere realisti – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il dottor Franco Molteni, direttore del reparto di riabilitazione dove l’ex pilota è stato trasferito -. Per Alex sarà una scalata dura come l’Himalaya, ma bisogna essere fiduciosi. Nessuno fa miracoli, ma faremo il possibile”. Parole lucide ma che lasciano aperte le porte della speranza per il pluricampione paralimpico, vittima di un grave incidente nei pressi di Pienza 19 giugno scorso.

Zanardi, recupero nel silenzio

Sarà nel centro di riabilitazione di Villa Beretta a Costamagna, vicino Lecco, che Alex Zanardi inizierà il suo nuovo percorso. Una sfida di recupero, ancora una volta, che verrà condotta nella riservatezza. “Non ci saranno bollettini quotidiani – fa sapere la direzione sanitaria -, non saranno date informazioni e i medici non rilasceranno interviste”. Un cammino fra la vigilanza dei medici e l’abbraccio della famiglia, con la speranza che nei prossimi mesi arrivi qualche spiraglio di buone notizie. Del resto c’è un Paese intero che spera di poter riabbracciare presto l’ex pilota, campione dentro e fuori dalle piste, da tutti considerato un esempio di coraggio e determinazione. Qualità che gli hanno permesso di iniziare letteralmente una nuova vita dopo il terribile incidente del Lausitzring, ormai 19 anni fa. Da lì iniziò una vera e propria scalata, che lo avrebbe portato agli ori paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016. Il giusto riconoscimento, alla fine di un percorso difficile e di sacrificio.