L’Inter riprende il Torino in pieno recupero

Sanchez salva i campioni d’Italia con un gol in pieno recupero sul campo del Torino: finisce 1-1. I nerazzurri scivolano al terzo posto scavalcati dal Napoli, che ora è a +1 sui campioni d’Italia, mentre il Milan capolista è quattro punto sopra. Striscione vergognoso a Verona

Torino Inter

Dove vincere per tenere il passo di Milan, Napoli e Juventus, tutte vittoriose in questa giornata di campionato. Invece l’Inter si scioglie maledettamente al Comunale “Grande Torino”, matata da un Toro che ha meglio interpretato la partita, riuscendo a riprenderla in pieno recupero. Ma è un pari che non basta.

Inter, pari in extremis

I granata partono decisamente meglio e la sbloccano grazie ad un gol di rapina di Bremer che sotto misura che gela Handanovic. La risposta dell’Inter è nei piedi di Lautaro che di testa impegno il portiere granata. Torino più agile e concreto, bravo a far girare palla e tenere sotto scacco i nerazzurri che si fanno vedere con Calhanoglu, miracolo di Berisha che salva. Al Toro manca il rigore del possibile 2-0 per un contatto in area tra Ranocchia e Belotti. L’attaccante granata va giù, consulto al Var che decide che si può proseguire. Ma l’errore, visto proprio dai monitor, è inconcepibile. Era rigore netto. Ancora Toro in chiusura di tempo, con Mandragora che sfiora il palo. L’Inter riparte di slancio nella ripresa e subito occasione per Vecino, colpo di testa di poco alto a porta vuota. Ancora Berisha a salvare il Toro ipnotizzando Dimarco. Poi Gosens salva miracolosamente sulla percussione di Brekalo e a stretto giro è il riflesso di Handanovic a salvare l’Inter col portiere nerazzurro che si distende per deviare un colpo di testa ravvicinato di Izzo. L’Inter si scopre, vuole il pari: gran giocata di Vidal, Berisha c’è. Poi, ghiotta occasione per Dzeko a due dalla fine, colpo di testa a botta sicura, alto di un nulla. E in pieno recupero arriva il pari: assist di Dzeko per Sanchez che al volo fulmina Berisha. Finisce 1-1. Rabbia Toro, l’Inter si consola con un misero punticino.

Vola il Napoli

Gli Azzurri cancellano la sconfitta interna contro il Milan e ripartono. E lo fanno in grande stile, trascinati da uno stellare Osimhen che firma la doppietta con la quale la squadra di Spalletti batte il Verona al Bentegodi e resta in scia Milan rimanendo a -3 dai rossoneri. Osimhen la sblocca di testa su cross di Politano, poi il raddoppio nella ripresa su assist di Di Lorenzo. La riapre il Verona con Faraoni, ma i gialloblù restano in dieci per il doppio giallo a Ceccherini a sette dalla fine. Dopo il fischio finale, rosso anche a Faraoni per proteste. Napoli che riprende la corsa scudetto e stasera è secondo, un punto sopra l’Inter fermata dal Torino.

Striscione vergognoso al Bentegodi

I napoletani sono abituati a tutto, a sentirsi gridare dalle tribune “Vesuvio lavali col fuoco”, manco fosse diventato un ritornello di una canzone di successo di Sanremo. Ma stavolta l’odio per Napoli ha superato ogni limite. A firma della Curva Sud del Verona è infatti apparso uno striscione fuori lo stadio Bentegodi che stavolta non ha nulla a che fare con sfottò anche di pessimo gusto. Stavolta è stata chiamata in campo la guerra, con tanto di bandiere russa e ucraina con incise delle coordinate per i missili che Putin dovrebbe lanciare. Ma le coordinate sono quelle della città di Napoli. Il Verona lo condanna, ma quella gente continua ad entrare regolarmente allo stadio. Stavolta non si tratta di denigrare Giulietta o esaltare il Vesuvio, che già di per sé è gravissimo. Stavolta, vorrebbero veder bombardata la città alle falde del Vesuvio. Imbecilli? Non basta, e neppure la parola razzisti li dipingerebbe nella maniera giusta. Qui si tratta di estremisti di chiara natura politica. Un episodio, l’ennesimo, vergognoso, un messaggio osceno e aberrante che soprattutto in questo momento offende chi sta dalla guerra e dai bombardamenti sta scappando in cerca di un rifugio sicuro. Le condanne dall’intero mondo dello sport non bastano. Adesso, dal momento che si sono firmati Curva Sud Hellas, che non li si faccia più entrare allo stadio, che vengano rintracciati e presi dei provvedimenti seri. Perché di questi idioti, ne possiamo volentieri fare a meno.

Frenano Atalanta e Roma. Domani la Lazio

Continuano a perdere colpi Atalanta e Roma, bloccate entrambe da due sconcertanti pareggi. La Dea è stata fermata in casa sullo 0-0 dal Genoa, la Roma è stata dominata per 93 minuti dall’Udinese che ha fatto un gol con Molina, colpito due pali con Makengo, per essere ripresa al quarto di recupero da un calcio di rigore (c’era) trasformato da Pellegrini che ha salvato i giallorossi dall’ennesima figuraccia. Squadre stanche dopo le fatiche del giovedì di coppa, vero, ma irriconoscibili in campo. Atalanta e Roma perdono terreno dalla Juventus quarta, ora a meno otto, e rischiano di essere scavalcate dalla Lazio che domani all’Olimpico ospita il Venezia e può mettere la freccia. Nessuna novità in coda. Salernitana e Genoa sono sempre adagiate sul fondo nonostante due buoni pareggi, ma la zona sicurezza è lontana sei punti. Quart’ultimo è il Cagliari a quota 25, ma sotto c’è il Venezia che di punti ne ha 22 e che deve giocare, compresa quella di domani, ancora tre partite. Occhio alla Samp. A 26 punti, tutto può fare, meno che sentirsi tranquilla.