Una famiglia spazzata via dall’esplosione, sette vittime e due dispersi. E’ il triste e temporaneo bilancio a 48 ore dalla tragedia di Ravanusa, centro di diecimila abitanti nell’agrigentino dove un’esplosione sabato sera ha sventrato via Trilussa e devastato quattro edifici, di cui tre crollati.
Le vittime
Sono stati trovati, sotto le macerie e i calcinacci, seduti sul divano – scrive Ansa – Selene Pagliarello, l’infermiera incinta di nove mesi di Samuele, suo marito Giuseppe Carmina, i suoceri Angelo Carmina e Enza Zagarrio. Quest’ultima oggetto di un errore di persona, nel corso delle ricerche di ieri. Tra le vittime rinvenute domenica c’era Carmela Scibetta, la dirigente del comune di Ravanusa e moglie del professore Pietro Carmina, deceduto anche lui nella deflagrazione, oltre a Gioachina Calogera Minacori. Lo scambio sarebbe stato dovuto al fatto che non era stata fatta un’identificazione ufficiale, ma solo attraverso una foto, mentre oggi il figlio della coppia ha visto il corpo recuperato e ha riconosciuto la donna.
I dispersi
Continuano le ricerche degli ultimi due dispersi, Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio. Il primo abitava in via Trilussa e l’altro era andato a posteggiare l’auto del genitore nel garage. Per tutto il giorno, scrive ancora Ansa, sono stati cercati in quello che era l’appartamento, senza esito. Eliana, la moglie di Giuseppe, e suor Agata, la sorella, non staccano il viso dalle macerie, riporta ancora l’agenzia.
Il fascicolo d’inchiesta
Gli inquirenti della Procura di Agrigento hanno aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo al momento contro ignoti. I pubblici ministeri acquisiscono carte e documenti relativi alle manutenzioni del metanodotto, in attesa delle analisi dei periti. Dalle prime verifiche, i carabinieri, che indagano su delega della Procura, avrebbero appurato che cinque giorni prima della tragedia ci sarebbe stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto e dai controlli non sarebbe emersa alcuna criticità. Documenti saranno acquisiti anche alla Italgas, la società che gestisce la rete, nelle ditte subappaltatrici cui vengono affidate le manutenzioni, e saranno sentiti i tecnici che hanno effettuato quei controlli. Gli investigatori acquisiranno anche la relazione degli amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Palermo nel procedimento di prevenzione che interessò Italgas nel 2014, documento che riportava “che Il 76% delle tratte” doveva “essere sottoposto con urgenza a un intervento di risanamento” dopo aver controllato, attraverso un pool di tecnici, la rete del metano gestita dalla società. A riguardo, Italgas ha ricordato che “la rete di Ravanusa non è stata oggetto di indagine e rilievi nel periodo di amministrazione giudiziaria del 2014”. Nel corso degli accertamenti poi si è anche cercato un riscontro alla voce in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas proprio nella zona in cui poi c’è stata l’esplosione, ma il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo ha dichiarato che “allo stato nessuno ha confermato l’ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale. In ogni caso continueremo a fare tutti gli accertamenti necessari per verificare”. Ancora presto anche per stabilire le cause che hanno provocato l’accumulo di gas nel sottosuolo, ha dichiarato sempre il colonnello.