ROMA A LUCI ROSSE RACCONTATA DAGLI USA

La folle idea di creare quartieri a luci rosse a Roma continua far discutere anche a livello internazionale. Dopo l’articolo del Washington Post, che aveva raccontato l’inferno delle ragazze di strada e il degrado nel quale versa il quartiere Eur della vicenda si è occupata Npr, radio tra le più ascoltate nel panorama internazionale. L’immagine della Capitale italiana ne esce, ancora una volta, a pezzi. Per non parlare dell’Italia, dipinta come un Paese ricco di paradossi sociali, caratterizzata da un machismo dominante.

Riportiamo l’articolo comparso sul portale della radio americana Npr

Il piano di Roma per le prostitute sconvolge la Chiesa e le ragazze di strada

di Sylvia Poggioli – Npr.org

L’Eur è un quartiere di classe medio-alta pieno di parchi e uffici, situato nella periferia sud di Roma. Frequentato ogni giorno da decine di migliaia di persone è diventato in poco tempo una vera e propria calamita per le prostitute. Una situazione che ha infastidito molti residenti. Così l’amministrazione cittadina ha deciso di creare all’interno del quadrante una zona a luci rosse. Iniziativa accolta positivamente da buona parte degli abitanti ma non dalla Chiesa cattolica e dalle stesse prostitute. Armando Grassi, un residente, spera che il piano costringa le lucciole a stare in un’area ristretta, lontana da casa sua. “Sarebbe molto meglio di questo porcile a cielo aperto – spiega – che va avanti tutto il tutto il giorno fuori dagli uffici e dalle scuole e mentre i bambini sono a passeggio con i loro nonni. E’ assurdo! Per quale motivo mio padre, a 75 anni, deve essere costretto a spiegare a mio figlio di 6 quello che accade tra gli alberi?”.

Uno dei tanti paradossi dell’Italia di oggi è che il favoreggiamento della prostituzione è reato, mentre vendere il proprio corpo per denaro è legale. “In questo quartiere c’è una prostituta ogni 20 metri” spiega il presidente del Municipio, Andrea Santoro. Sostiene che gli italiani non abbiano mai voluto affrontare il problema, mentre i politici nascondono la testa sotto la sabbia, facendo finta di non vedere. “Fino a qualche tempo fa queste ragazze erano parte del paesaggio” aggiunge. Ma ora tra crisi economica e crescente insicurezza, le persone non intendono più tollerare il fenomeno. Santoro vorrebbe, quindi, scongiurare il rischio di un’esplosione di tensioni sociali simili a quelle che l’anno scorso hanno portato disordini in altri quartieri. Spiega che la legge italiana consente ai comuni di emettere ordinanze per impedire l’adescamento sessuale in alcune strade. “Abbiamo individuato zone in cui la prostituzione sarà vietata: vicino a case, scuole, chiese, parchi e campi da gioco ci sarà tolleranza zero” afferma.

Roma Capitale ha deciso di investire 2 milioni di euro quest’anno in un progetto pilota che includa maggiori controlli e multe sino a 500 euro per chi verrà sorpreso con una prostituta in una via dove non è permesso. Il presidente di Municipio spiega che il programma prevede anche operatori sociali e sanitari appositamente addestrati ad aiutare le ragazze e le donne che vogliono lasciare la strada. “Non so se sia la soluzione migliore in assoluto – dice – ma con gli strumenti che abbiamo a disposizione e l’ipocrisia che ruota attorno al fenomeno credo sia la migliore possibile”.

La maggior parte di prostitute in Italia sono straniere. Molte sono clandestine provenienti dalla Nigeria, vittime dei trafficanti di esseri umani, altre arrivano da Paesi Ue come Romania e Bulgaria. E’ molto difficile avere dei dati ufficiali. Alcuni studi sostengono che il mercato del sesso in italia sia cresciuto del 25% negli ultimi 7 anni. Secondo Oria Gargano di Bee Free, gruppo che offre un ricovero alle ex prostitute, in Italia c’è un ulteriore paradosso: mentre la maggior parte delle donne si è liberata della società patriarcale, la gran parte degli uomini va con le ragazze di strada. “Agli uomini italiani non piace l’emancipazione. Con le prostitute dicono ‘Ok con te vabene’. Invece le donne italiane ‘vogliono la libertà, la loro dignità’. E questo è il risultato”.

Mentre Gragano non è contraria al piano di Santoro, l’idea è contrastata con forza da organizzazioni cattoliche, secondo le quali rappresenterebbe una legittimazione dello sfruttamento sessuale. Secondo don Aldo Buonaiuto, dell’associazione schierata al fianco delle vittime della tratta, “bisogna liberare queste schiave, non spostarle da una strada all’altra, ghettizzandole. E’ vergognoso che da Roma, culla del cristianesimo, possa arrivare una proposta del genere, che legalizza la vendita del corpo umano”. Il sacerdote vorrebbe che l’Italia adottasse una legge come quella svedese, che punisce il cliente e non la prostituta”.