Ripartenza, l’Italia riapre fra regole e cautele. Conte: “Saranno mesi duri”

Via alla Fase 2, il Paese riapre nell'ottica di un nuovo tipo di normalità. Il premier scrive a Leggo: "Il governo non sarà sordo alle difficoltà"

Il via è arrivato, fra dubbi, incertezze e la speranza che vada tutto bene. L’Italia riparte, in modo nemmeno troppo uniforme, chi prima, chi dopo, ma il 18 maggio segna il primo definitivo strappo in direzione di un nuovo tipo di normalità. Le città si rianimano, guanti e mascherine li portano più o meno tutti, il traffico riprende nei limiti possibili per città che ancora non hanno ricominciato a tenere il massimo dei loro ritmi. Da Regione a Regione si varia un poco, fra riaperture di bar e ristoranti in alcune e chi, per prudenza, utilizza qualche giorno di margine prima del via libera alla ripresa definitiva (sempre con tutte le accortezze).

Nuove consapevolezze

Una fase più complicata di quanto non sembri forse, di cui il premier si dice consapevole: “Da oggi, dopo la prima ripartenza del 4 maggio, altri milioni di italiani riprenderanno a lavorare  – scrive Conte in una lettera a Leggo, la prima di un presidente del Consiglio a una testata free press -. Ci sono persone, però, che in queste settimane sono rimaste senza lavoro e senza uno stipendio, commercianti che rischiano di chiudere per sempre la propria attività, imprenditori che non sanno se potranno continuare a produrre. Saranno mesi molto duri e complessi, non dobbiamo nascondercelo. Come ho già detto più volte, stiamo affrontando la prova più dura dal Dopoguerra”.

La risposta del governo

Una prova che chiama a raccolta il corpo istituzionale del nostro Paese, nell’augurio che l’obiettivo comune sia anche il motore per un’azione congiunta da parte dei livelli amministrativi italiani: “Il Governo ne è pienamente consapevole. Stiamo facendo l’impossibile per venire incontro in tempi ancora più rapidi alle esigenze di tutti. Con il decreto Rilancio abbiamo introdotto nuove significative misure economiche attraverso cui rafforziamo ulteriormente il sostegno per i lavoratori, potenziando la cassa integrazione e il bonus per gli autonomi che, attraverso due tranches, potrà arrivare anche a 1.600 euro. Stiamo facendo in modo che questi aiuti arrivino a tutti e in maniera più veloce di quanto sia accaduto sino ad oggi”. Di sicuro, è il messaggio del premier, il governo “non è sordo alle tante difficoltà” ed è “al lavoro giorno notte per fare ancora di più e meglio”.