Ripartenza, giorno 2: più gente in strada ma le incertezze restano

Consumi ridotti dell'80% secondo Coldiretti e il post-lockdown continua a portare incertezze. Ma la nuova quotidianità sembra essere stata assorbita

Prime file (cercando di evitare assembramenti), ingressi con termoscanner, traffico ripreso a ritmi tendenzialmente ridotti: è la fotografia dell’Italia che affronta il secondo giorno della Fase 2, dopo aver superato indenne la prova della ripartenza. Anche per questo di gente in strada ce n’è di più, le auto circolano con più frequenza, i mezzi pubblici sono più pieni di ieri, fuori da negozi, parrucchieri, centri estetici e ristoranti qualcuno attende, altri passano mentre gestori e personale provvedono alla sanificazione. Il tutto con la consapevolezza di come non si tratti di una ripresa della quotidianità pre-Covid, quanto piuttosto di una nuova normalità alla quale, in queste settimane, dovremo per forza di cose abituarci. Un’evidenza resa ancora più palese dalle difficoltà riscontrate nel reperire il materiale previsto per far fronte alla pandemia nella vita di tutti i giorni. Il che, a lungo andare, potrebbe costituire un punto di rottura di cui tenere conto.

Misure attese

Nel frattempo, con una ripresa avviata fra dubbi e incertezze, la certificazione della crisi prosegue giorno giorno. L’ultima stima di Coldiretti, ad esempio, ribadisce il crollo verticale dei consumi nei mesi del lockdown, un 80% che sarà difficile riappianare sperando solo in un parziale ritorno alla normalità. E il rischio, correlato, è che alla ripresa dei consumi possa corrispondere un incremento dei prezzi (secondo il Codacons anche del 30%) non solo sui beni ma anche su spese limitate ma ordinarie, come il caffè al bar. L’augurio è che il Dl Rilancio vada spalmare la giusta dose di interventi anche se, pure in questo caso, sembrano più le incognite che le certezze. Interessante sarà capire come e in che misura saranno utilizzati i 100 miliardi (teorici) del Recovery Fund, parte del quale potrebbe addirittura essere anticipato prima dell’estate. Un incentivo comunque non da poco, da investire nei settori più in difficoltà (turismo in testa) ma, con una ripartizione corretta, anche alle situazioni annose del nostro Paese (prima fra tutte la questione infrastrutture, opere pubbliche, ecc.), specie dopo la riconosciuta approvazione per il buon esito del cantiere del nuovo Ponte Morandi.

Per ora, l’Italia fa i conti con tutti i dubbi che accompagnano una fase di passaggio. Anche se, a girare in strada, la questione ripartenza sembra essere stata assorbita nel modo giusto, nonostante su alcuni aspetti continuino a permanere le incertezze della vigilia. Con le debite eccezioni ma che, in questa fase, sembrano meno dei comportamenti virtuosi.