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Rigorosamente Italia, azzurri in finale

A Wembley battuta la Spagna al termine di una partita tiratissima. La sblocca Chiesa, Morata la riprende. I supplementari non bastano, servono i rigori. Decisivo quello di Morata, Jorginho non sbaglia. L'Italia resta a Wembley. E adesso la finale

Decidono i rigori, gli errori di Olmo e Morata, quello di Locatelli per l’Italia. Jorginho resta freddo e glaciale, spiazza il portiere spagnolo e l’Italia va in finale. Con tanto pathos. Emozioni a mille in una partita difficile. Meglio gli spagnoli per lunghi tratti. Ma nel calcio vince chi segna. Chiesa porta avanti l’Italia che manca l’occasione per chiuderla e Morata la punisce. Vince l’Italia (5-3 finale) che adesso aspetta la prossima avversaria, che uscirà da Inghilterra-Danimarca di domani.

Omaggio a Raffaella

Atmosfera caldissima a Wembley dove la pioggia ha dato respiro prima del via dopo essere caduta incessante per tutta la giornata su Londra. L’emozione più grande quando le note di “A far l’amore comincia tu”, hanno salutato Raffaella Carrà scomparsa ieri a 78 anni. Un momento toccante Riscaldamento degli azzurri accompagnato da “Un amore così grande” dei Negramaro. Baci e abbracci tra Daniele De Rossi e Luis Enrique che hanno lavorato insieme nella prima Roma americana. E poi “Viva Espana” a scandire il riscaldamento delle Furie Fosse.

Così in campo

Mancini conferma l’Italia che ha battuto il Belgio, con il solo inserimento di Emerson Palmieri sulla corsia di sinistra del reparto difensivo al posto dell’infortunato Spinazzola. Cambia il terminale offensivo Luis Enrique: Alvaro Morata va in panchina, dentro Oyarzabal. Entrambe in campo con il 4-3-3. Azzurri con Donnarumma tra i pali, Di Lorenzo ed Emerson Palmieri esterni di difesa, Bonucci e Chiellini centrali. In mezzo i soliti tre, Barella, Jorginho e Verratti, mentre davanti Chiesa e Insigne giocano a sostegno di Ciro Immobile.

Luis Enrique si affida a Unai Simon tra i pali, Azpilicueta, Eric Garcia, Laporte e Jordi Alba nei quattro di difesa, Koke, Busquets e Pedri a centrocampo, Ferran Torres, Oyarzabal e Dani Olmo in prima linea. Arbitra il tedesco Brych.  Cinquantacinquemila sugli spalti, con 11mila italiani e 9mila spagnoli, tutti ovviamente residenti nel Regno Unito.

Meglio la Spagna

Parte meglio la squadra di Luis Enrique che prende in mano il pallino del gioco e costringe l’Italia sulla difensiva. Eppure la prima occasione capita a Barella che da posizione defilata centra il palo, ma era offside. Ferran Torres spinge con decisione e continuità, Oyarzabal davanti è sempre presente. Busquets ragiona come solo un uomo della sua esperienza sa fare, Pedri (non ha sbagliato un solo passaggio nella prima frazione) e Koke si muovono sempre con i tempi giusti. Poi, nel palleggio, gli spagnoli sono maestri, approfittano di un uomo di manovra in più in mezzo e tengono in ostaggio l’Italia che soffre e prova, quando possibile, il controgioco. Ma uscire dalla morsa spagnola non è facile. C’è da soffrire.

All’Italia manca il pressing sulla prima uscita spagnola e fare la partita diventa un problema. Anche perché l’Italia quando riparte, sbaglia molto in fase di rilancio. Immobile e Barella non approfittano di un assist di Emerson che aveva messo fuori causa Unai Simon, mentre dalla parte opposta Dani Olmo si ritrova sui piedi una palla ghiottissima ma trova davanti super Donnarumma a chiudere lo specchio. L’Italia fatica, esce male perché sul pressing spagnolo si ritrova sempre in inferiorità, soffre e stringe i denti e nel finale prova a colpire in controgioco.  Insigne premia l’inserimento di Emerson che da posizione defilata centra la traversa con la complicità di Umai che ci mette le mani, ma Brych non vede l’angolo. Deludente il fischietto tedesco in almeno tre occasioni. All’intervallo, meglio la Spagna che chiude con il 61% di possesso palla.

Tanta sofferenza poi, Chiesa

Difficile anche la ripresa, Di Lorenzo in spaccata spazza via una pericolosa giocata spagnola. Ma l’Italia non dà segnali, soprattutto nell’atteggiamento. Facile gestire per la Spagna, l’imprecisione azzurra, fa il resto. Attendesi cambio di marcia, mentre Busquets la alza di poco sopra la trasversale di Donnarumma. Il controgioco potrebbe esserci alleato. L’Italia recupera un buon pallone, Insigne lo lavora per Immobile che serve a rimorchio Chiesa, Unai a terra. Serve di più.

Ci prova Insigne che come al solito è ispirato, ma poco sostanza nei compagni di reparto. Serve il guizzo che aiuta soprattutto nella sofferenza. Il contropiede lo innesca come al solito Insigne, palla vacante in area spagnola, la recupera Chiesa che un destro chirurgico brucia Unai. Italia in vantaggio. Primi cambi, Mancini manda dentro Berardi per Immobile, mentre Luis Enrique inserisce Morata per Ferran Torres.

La riprende Morata

Insigne va a fare il finto centravanti e Berardi va esterno. Si strappa i capelli Luis Enrique quando Oyarzabal manca da due passi un comodo colpo di testa che poteva essere il gol del pari. Meglio così. La Spagna adesso attacca a testa bassa e per l’Italia si aprono praterie. Da sfruttare. Chiesa imbecca alla perfezione Berardi che calcia a botta sicura da due passi, Unai Simon si immola e la blocca. Ma che partita. Doppio cambio per Luis Enrique che richiama in panchina Koke e Oyarzabal, dentro Rodri e Gerard Moreno a meno di venti dalla fine, mentre Mancini richiama Verratti e inserisce Matteo Pessina. Fuori anche Emerson e dentro Toloi che si prende la fascia destra, mentre Di Lorenzo scala a sinistra. Berardi ha l’occasione per chiuderla, ma conclude troppo debole e centrale. E dal possibile 2-0 all’1-1 il passo è breve. E il pari spagnola arriva dalla panchina, con Morata che lanciato in profondità, beffa Donnaruma sul primo palo: 1-1 e tutto da rifare.

Dentro Locatelli e Belotti al posto di Barella e Insigne, mentre nella Spagna dentro Marcos Llorente per Azpilicueta. Succede più nulla. Necessari i supplementari che non sortiscono effetti colorati di rosa. Centoventi minuti non bastano, a decidere saranno i calci di rigore.

Italia in finale

La lotteria dei calci di rigore, stavolta ci sorride. L’Italia ne segna quattro, sbaglia Locatelli, la mettono dentro Belotti, Bonucci e Bernardeschi. Sbaglia anche Olmo il primo della Spagna, poi i gol di Moreno e Thiago mentre Morata si fa ipnotizzare da Donnarumma. Dal dischetto va Jorginho, l’italiano di Londra. Freddo, glaciale, non sbaglia: 4-2 dal dischetto, la Spagna torna a casa. L’Italia va in finale. L’11 luglio aspetta la vincente di Inghilterra-Danimarca di domani.

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