Renzi sale al Colle: dimissioni congelate sino all’approvazione della manovra

Sarebbero state congelate le dimissioni annunciate dal premier Matteo Renzi dopo la sconfitta del Sì al referendum costituzionale. Nell’incontro al Quirinale con Mattarella, dove avrebbe dovuto formalizzare il suo passo indietro, il capo del governo avrebbe accettato la richiesta del presidente della Repubblica di rinviare la sua decisione per assicurare l’approvazione della manovra da parte del Senato. Questione di pochi giorni visto che il voto di Palazzo Madama è stato calendarizzato per il 9 dicembre. Prima di recarsi al Colle Renzi ha svolto l’ultimo Consiglio dei ministri del suo governo.

Patata bollente

Le consultazioni per la formazione di un nuovo governo dovrebbero iniziare prima di Natale. Le strade che il Quirinale potrebbe battere sarebbero due. La prima è quella di un governo di scopo sorretto dalla stessa maggioranza che ha sostenuto Renzi in questi due anni, magari da affidare all’attuale ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (che rassicurerebbe i mercati e i partner europei) o a Dario Franceschini. La seconda è quella di un governo del presidente, affidato a una personalità di elevato spessore istituzionale come il presidente del Senato Pietro Grasso.

Poco dopo l’incontro il Quirinale ha emesso la seguente nota: “L’alta affluenza al voto registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva. Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento

Le dimissioni

Renzi ha annunciato l’intenzione di dimettersi poco dopo la mezzanotte, quando la vittoria del No era già una certezza. “Gli italiani hanno parlato in modo inequivocabile chiaro e netto”, ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro sin dall’inizio l’esperienza del mio governo finisce qui“, ha aggiunto il premier, assumendosi personalmente la responsabilità della sconfitta. “Domani pomeriggio (oggi ndr) riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni”. Renzi, visibilmente commosso, ha chiuso il suo intervento con una battuta amara: “Volevo tagliare le poltrone della politica e alla fine è saltata la mia”.

I risultati del referendum

A spostare l’ago della bilancia a favore del No, peraltro prevista dai sondaggi, è stata soprattutto l’elevata affluenza. Il 69% degli italiani si è recato alle urne, a conferma di quanto questa consultazione fosse sentita. Ma questo slancio non ha portato acqua al mulino del Sì, come auspicato dal governo, anzi lo ha affossato. Al termine dello spoglio il No ha ottenuto il 59,11%, mentre il Sì il 40,89%.