Quarantena corta: l’Italia come la Francia?

Ridurre il periodo a 7 giorni: il virologo Galli ne rileva l’opportunità economica e sanitaria. E spiega perché

In Francia sono pronti a diminuire i giorni di quarantena da Coronavirus, che da 14 diventerebbero 7. Il Consiglio Scientifico ha rilevato che l’infettività del soggetto positivo è molto più alta nei primi cinque giorni dalla comparsa dei sintomi. Tra le ragioni di questa decisione, che fa discutere anche in Italia, ci sarebbero le pressioni del mondo dell’Industria e la constatazione che pochi rimangono in quarantena oltre una settimana. Anche se il Ministro della Salute Véran ha dichiarato che le ragioni di questa decisone non sarebbero legate a motivazioni economiche. Ma il mondo delle piccole e medie imprese in Francia si è già espresso in modo favorevole sulla scelta del Ministero.

Pressione delle aziende

Il primo giorno di applicazione della nuova norma sarà venerdì prossimo in occasione della convocazione del Consiglio di Difesa da parte del premier Macron. Anche l’Italia sta valutando questa ipotesi sostanzialmente per le medesime ragioni: poche persone rispettano il periodo di quarantena fiduciaria e le aziende stanno facendo leva sul governo affinché il tempo di isolamento venga ridotto e si possa tornare prima a lavorare. In Italia attualmente i tempi di rilascio di un positivo guarito sono lunghi, e dopo un tampone positivo si devono attendere i risultati di due tamponi negativi. Anche chi è stato a contatto con un positivo viene messo in quarantena fiduciaria per 14 giorni.

Quarantena, i vademecum

L’OMS raccomanda, in assenza di tampone, almeno 3 giorni di isolamento dopo la sparizione dei sintomi, per gli asintomatici 10 giorni di quarantena. Gli Stati Uniti hanno deciso per una quarantena di 10 giorni in presenza di sintomi. Ora la Francia sarebbe la prima in Europa a ridurre drasticamente i tempi di quarantena. L’Italia è uno dei Paesi più cauti nella gestione della pandemia. Secondo il professore Immunologo di Milano Mario Clerici, “c’è stato anche un eccesso di cautela” che era giustificata all’inizio perché non si conosceva nulla del virus, ma adesso la gestione medico-sanitaria dell’ infezione da Covid-19 potrebbe cambiare anche in Italia. Oggi una settimana di isolamento senza sintomi potrebbe bastare perché a quel punto gli anticorpi sono attivi, subentra anche la risposta delle cellule T e l’immunità innata.

Tamponi dopo 7 giorni

Nella serata di ieri alla Festa dell’Unità a cui ha partecipato, il Premier Conte ha dichiarato che anche l’Italia può valutare la possibilità di una quarantena corta. Come ha spiegato stasera il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco, Massimo Galli a Skytg24: “Si può ridurre la quarantena a 7 giorni purché si facciano i tamponi, altrimenti è come un trapezista che si butta senza rete. Anche l’isolamento di 14 giorni in realtà senza tampone ha poco senso, ma è stato deciso così dall’OMS per garantire anche ai Paesi più poveri che non possono permettersi la diagnostica, di proteggersi. L’Italia può permettersi di fare i tamponi dopo sette giorni a chi deve rientrare a lavorare e sarebbe bene che lo facesse”. Il virologo di Milano ha anche ribadito, in disaccordo con Il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che non si dovrebbe andare a votare in questo momento di emergenza perché non ci sono le giuste condizioni di sicurezza. Anche se ha ammesso che lui stesso andrà a votare per dovere civico.