Procure sudamericane contro la rimozione di Ortega Diaz: “E’ illegale”

Il mondo della magistratura sudamericana si muove per difendere Luisa Ortega Diaz, la collega rimossa dalla carica di Procuratrice generale venezuelana. In una dichiarazione congiunta i responsabili delle Procure nazionali di Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay, Cile e Perù hanno definito come “illegale” la destituzione, affermando di non riconoscere Tarek William Saab, scelto dall’Assemblea Costituente, nel ruolo di successore di Ortega Diaz.

Il documento congiunto

La rimozione del magistrato, si legge nel testo, rappresenta una flagrante violazione delle norme stabilite dall’Onu per il funzionamento delle Procure, secondo le quali “gli Stati devono garantire che i magistrati delle Procure possano svolgere le loro funzioni senza intimidazioni, ostacoli, coazioni, interferenze abusive o esposizione ingiustificate alla responsabilità civile, penale o di qualsiasi altra natura“. La rimozione di Ortega Diaz, prosegue il testo, causa un danno importante ai cittadini venezuelani, giacché “non dispongono di una istituzione autonoma e indipendente che difenda i diritti fondamentali delle vittime e degli imputati”. In quanto alla designazione di Saab al posto di Ortega Diaz, i procuratori dichiarano che “non riconoscono l’autorità di una istituzione diretta da autorità nominate in modo illegale ed arbitrario“.

La posizione dell’Ue

Sulla vicenda è intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Federica Mogherini. “L’insediamento dell’Assemblea Costituente promossa dal governo di Nicolas Maduro e la sua rimozione della Procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz – si legge in una dichiarazione di Lady Pesc diffusa da un suo portavoce – indeboliscono ancora di più la prospettiva di un ritorno pacifico all’ordine democratico in Venezuela”. Mogherini ha aggiunto che la Costituente “ha aumentato la polarizzazione in una società già divisa” e sottolineato che “non esiste alternativa al rispetto delle istituzioni legittime, della separazione dei poteri e del diritto dei cittadini ad esprimere liberamente la loro opinione politica”. Il governo venezuelano “ha la responsabilità di garantire il rispetto della Costituzione”, prosegue la nota, in cui si chiede a Maduro di “liberare con urgenza tutti i prigionieri politici” e “garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani“.

La Costituente si sposta

Intanto Maduro ha annunciato che la controversa Assemblea Costituente si riunirà in una sede del ministero degli Esteri, nota come la Casa Amarilla (casa gialla) e due teatri di Caracas. Per la sua sessione inaugurale, la Costituente si era riunita nel Palazzo Legislativo Federale, sede del potere legislativo nazionale, dove è istallata anche l’Assemblea Nazionale, il parlamento unicamerale controllato da una maggioranza di due terzi dell’opposizione. Il numero due del chavismo, Diosdado Cabello, aveva detto che la Costituente doveva lavorare nello stesso emiciclo dove si riuniscono i deputati del Parlamento, ma Maduro ha annunciato che ha deciso di “cedere” all’organismo “la Casa Amarilla e tutte le sue istallazioni, così come il Teatro Bolivar e il Teatro Principal” di Caracas. Julio Borges, presidente del Parlamento, ha annunciato per oggi una nuova sessione di lavoro dell’organo legislativo, nella sua sede.