Pro Vita & Famiglia Onlus “Dall’emergenza all’alleanza educativa”

Il Convegno di Pro Vita & Famiglia Onlus è stata l'occasione per parlare di educazione e dei problemi che i ragazzi affrontano

Pro Vita Onlus
Convegno Pro Vita - Foto concessa dall'Ufficio Stampa di Pro Vita Onlus

Nel pomeriggio di oggi 8 giugno presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati si è tenuto il convegno “Dall’emergenza all’alleanza educativa. Liberare l’energia dei giovani italiani da trappole, disagi e dipendenze” organizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus. 

I saluti del Ministro Fontana

Ad aprire la tavola rotonda è stato un messaggio del Presidente della Camera l’on. Lorenzo Fontana che ha ribadito l’importanza del ruolo della famiglia e delle istituzioni, per garantire ai giovani di esprimersi liberamente e contribuire alla costruzione di una società migliore.

Le parole di Jacopo Coghe

In Italia stiamo vivendo ‘un’emergenza educativa’ che trova le sue radici in “situazioni di degrado scolastico, in problemi di tipo economico e sociale, nella mancanza di infrastrutture, nel fenomeno della dispersione scolastica e nell’uso di sostanze stupefacenti. I ragazzi – dice Jacopo Cogheportavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus -vivono un malessere che da un lato li rende sempre più disaffezionati alla scuola, dall’altro sentono il bisogno di felicità”

L’invito di Antonio Brandi

Il ruolo di educare spetta in primis alla famiglia “mentre allo Stato, alle istituzioni e agli educatori attende l’altrettanto importante compito di accompagnare i genitori in questa spinosa sfida” aggiunge Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.

Maria Rachele Ruiu: “Un ritorno all’educazione del bello”

É fondamentale ci sia una forte alleanza tra scuola e famiglia, mentre al contrario, troppo spesso,  “questa cooperazione viene tradita da enti e associazioni ideologizzate che – spiega Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia – portano tra i banchi dei nostri figli la cultura del gender, della sessualità indiscriminata e fluida dell’indifferentismo sessuale e affettivo, del “voglio e quindi pretendo”. Purtroppo – continua – questi progetti vengono presentati alle famiglie con la scusa di sostenere l’educazione al rispetto incondizionato e invece si traducono in altro come il cambiamento di genere per minori, libri che sponsorizzano pratiche illegali come l’utero in affitto, fino a indicare come libertà il superamento del binarismo sessuale”. La Riu si dice stanca di una scuola teatro di un indottrinamento ideologico e auspica a un ritorno all’educazione del bello e alla libertà di poter scegliere di diventare protagonisti in un mondo migliore.

Prof. Pierluigi Bartolomei: “Capire i disagi dei giovani”

La sensazione che emerge è che molti ragazzi ad oggi non sanno nemmeno più la vera motivazione per cui devono recarsi a scuola. A tal proposito, dice il Prof. Pierluigi Bartolomei, Preside dell’istituto professionale Elis di Roma “non c’è più tempo da perdere e dobbiamo recuperare il vero senso della scuola e coinvolgere gli studenti per far capire loro l’importanza dell’educazione anche in vista di un inserimento lavorativo”. La dispersione scolastica non è dovuta agli istituti fatiscenti, ma la causa va ricercata in una scuola che “a volte non sa stare al passo con i tempi. Ecco che i docenti e i dirigenti dovrebbero perdere il sonno per capire quali sono i disagi, gli orientamenti e le dinamiche di questi giovani che sono in continuo cambiamento” conclude il Prof. Bartolomei.

Le parole dell’ l’on. Paola Frassinetti

Ad aggravare  sul comparto scuola è stata anche la pandemia che l’ha resa molto più fragile e vulnerabile. “In questo contesto – spiega l’on. Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito – gli stessi docenti non vengono più riconosciuti dai genitori come soggetti con autorevolezza. Serve dunque – continua – da un lato una famiglia che riconosca l’autorità del corpo docente, dall’altro una scuola capace di adattarsi. Penso per esempio all’innovazione tecnologica digitale che deve diventare strumento della stessa didattica”.

Suor Anna Monia Alfieri: “Sentirsi liberi di scegliere il tipo di istruzione”

Il pluralismo scolastico è stato al centro dell’intervento di Suor Anna Monia Alfieri in quanto ha detto che i genitori devono sentirsi liberi di scegliere il tipo di istruzione a seconda delle proprie convinzioni anche religiose e pedagogiche. Suor Anna Monia Alfieri ha quindi denunciato come in questi ultimi anni l’istruzione pubblica abbia condotto una campagna volta a contrastare la scuola paritaria, con l’obiettivo dichiarato di farla scomparire del tutto. “Un servizio di pubblica istruzione monolitico non garantisce questi  diritti in maniera adeguata. Lo statalismo – ha spiegato – ne è esattamente l’antitesi, in quanto si traduce in una assoluta uniformità dell’istruzione impartita».

Prof. Massimo Gandolfini: “L’età più colpita dalle droghe è quella dell’adolescenza”

Le tossicodipendenze sono state, invece, al centro dell’intervento del Prof. Massimo Gandolfini, specialista in neurochirurgia e psichiatria. «Le droghe – ha spiegato – sono un problema centrale per il mondo della scuola in quanto l’età più colpita è proprio quella dell’adolescenza”. Secondo lui è dunque fondamentale, nell’alleanza educativa tra scuola e famiglie, porre le basi per proteggere i giovani da questa emergenza. “Spesso gli adolescenti – ha aggiunto Gandolfini – fanno uso di droghe per motivi futili come per sentirsi meglio, per curiosità o semplicemente perché gli altri lo fanno. Si tratta però – ha concluso – di sostanze per niente innocue e che possono provocare anomalie dello sviluppo cerebrale, causare disordini mentali, dipendenza, depressione, psicosi e che incidono negativamente sulla performance scolastica e lavorativa».

Prof. Tonimo Cantelmi: “Stiamo vivendo il tempo delle passioni tristi”

Si è parlato anche di ‘sessualizzazione’ precoce e di disagi psicologici. Il Prof. Tonino Cantelmi, psichiatra e direttore dell’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale definisce quello che stiamo vivendo il tempo delle “passioni tristi”,  in quanto i nostri giovani sono attraversati da sentimenti quali la malinconia, la tristezza, la paura e l’incertezza rispetto al futuro. “I dati più inquietanti – ha spiegato Cantelmi – parlano di un aumento di tre volte, dopo la pandemia, dell’autolesionismo, di comportamenti oppositivi-provocatori, di autodistruttività e di rabbia”. Inoltre, l’ipersessualizzazione e la sessualizzazione precoce hanno raggiunto livelli altissimi, toccando bambini anche di 11 e 12 anni. “E’ fondamentale – ha aggiunto – che scuola e adulti concorrano nel dare una corretta istruzione e informazione circa l’uso della rete, dei social, e della tecnologia che stanno portando i nostri figli in un mondo virtuale e parallelo, dove possono trovare qualsiasi cosa senza filtri, senza aiuti e senza freni».