Piazza Fontana, 52 anni dopo: “Attacco deliberato alla democrazia”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il massacro del Banco dell'Agricoltura: "Una prova drammatica ma vinse la democrazia"

Strage Piazza Fontana Mattarella

“Nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l’attacco deliberato alla vita democratica del Paese”. Cinquantadue anni dopo, la voragine del Banco dell’Agricoltura è ancora scolpito su pietra. Nella memoria e anche nella coscienza dell’Italia del terzo decennio del Duemila. L’immagine della “madre delle stragi” resta, indelebile quanto il dolore di un Paese intero per quelle che furono le prime vittime della stagione di sangue dell’eversione e del terrorismo. E il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda quel “micidiale ordigno” esploso esattamente il 12 dicembre del 1969, rendendo Piazza Fontana un luogo di martirio di vite innocenti. Un attacco che “diede avvio a una scia di sangue e terrore che la nostra comunità riuscì a fermare solo dopo anni di impegno e sofferenze”.

Piazza Fontana, la memoria indelebile

Diciassette morti, quattordici sul momento e altri tre nei giorni che seguirono. Uno dei bilanci più drammatici. Il primo vero attacco alla democrazia di un Paese ricostruito con fatica dopo la Seconda Guerra mondiale e risollevato dal balsamo del boom economico. Proprio nella città di Milano, simbolo stesso dell’ascesa industriale. Ferita al cuore, come l’Italia tutta. E anche il Capo dello Stato lo ricorda. “La memoria di quel feroce attentato resta indelebile nella storia della Repubblica. Venne concepito ed eseguito allo scopo di colpire la democrazia nata dalla lotta di Liberazione, di interrompere il processo di crescita nella partecipazione e nei diritti, di volgere in senso autoritario le istituzioni volute dalla Carta costituzionale”.

L’unità del popolo ha vinto

Non c’è un nome, né una verità processuale. Anzi, le lunghe vicende giudiziarie “hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate. Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera”. Ma la strage di Piazza Fontana, per quanto abbia colpito duramente l’ancor giovane Repubblica, non riuscì a instillare il terrore negli italiani. Né, tantomeno, a sconfiggere la democrazia. “La risposta unitaria, solidale, di popolo contro il terrorismo, e contro tutti i terrorismi che insanguinarono l’Italia dopo Piazza Fontana, è risultata decisiva per isolare, sradicare e quindi sconfiggere l’eversione. La prova a cui l’Italia venne sottoposta fu drammatica. Ma vinse la democrazia, e con essa prevalsero i valori di cui la Costituzione è espressione”.