Perché il Coronavirus spaventa l’Africa

Secondo l'Oms il continente africano potrebbe diventare il nuovo epicentro del Coronavirus. La difficoltà sta nel reperire i ventilatori polmonari

Camerun

Appare sempre più preoccupante lo scenario di una diffusione del Covid-19 in Africa. Qui le condizioni igieniche sono molto basse e il sistema sanitario non sarebbe in grado di sopportare un eccessivo numero di pazienti. Soprattutto se questi hanno necessità di tempi prolungati in reparti di terapia intensiva. L’Oms allora lancia l’allarme per quello che potrebbe diventare il nuovo epicentro della pandemia da Coronavirus.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità guarda all’Africa

La direttrice dell’Oms per l’Africa, Matshidiso Moeti, ha dichiarato alla Bbc che l’organizzazione è stata testimone della diffusione del virus dalle capitali verso l’hinterland in Sudafrica, Nigeria, Costa d’Avorio, Camerun e Ghana. Moeti ha affermato che ora gli sforzi si concentrano sulla prevenzione piuttosto che sul trattamento del virus, perché i Paesi africani non hanno la capacità di curare molti pazienti. “Vogliamo ridurre al minimo la percentuale di persone che arrivano al punto di aver bisogno di rianimazione in una terapia intensiva, perché sappiamo che questa non è assolutamente adeguata nella maggior parte dei Paesi africani”, ha detto Moeti.

I ventilatori, la principale difficoltà

“Devo dire che il problema dei ventilatori è una delle maggiori difficoltà che i Paesi stanno affrontando”, ha aggiunto la direttrice. Per i malati gravi l’accesso a un ventilatore può rappresentare di fatto una questione di vita o di morte. Il ventilatore, infatti, immette ossigeno nei polmoni rimuovendo l’anidride carbonica in caso di impossibilità respiratoria del malato. Uno dei primi decessi registrati a causa del Coronavirus in Africa è stato quello del giornalista dello Zimbabwe Zororo Makamba, morto il mese scorso. In seguito le autorità della capitale, Harare, hanno ammesso che non c’era un ventilatore per curarlo. Si teme inoltre che la malattia possa diffondersi rapidamente in aree sovraffollate in cui è impossibile praticare il distanziamento sociale. In tali aree, inoltre, l’acqua pulita e il sapone – necessari per prevenire il virus – sono inaccessibili per molti.

I dati

C’è stato un forte aumento dei casi la scorsa settimana e a oggi si sono registrati quasi 1000 decessi e oltre 18.000 contagi nel continente, sebbene siano tassi molto più bassi di quelli osservati in alcune parti di Europa e Stati Uniti.