Per le donne pensioni più basse del 33%

Il calo dell'importo medio degli assegni liquidati, spiega l'Inps, è dovuto prevalentemente alla riduzione della quota retributiva rispetto a quella contributiva

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Per le pensionate è sempre più difficile arrivare alla fine del mese: secondo i dati dell’Inps sui flussi di pensionamento, gli assegni liquidati dall’Istituto con decorrenza primo trimestre 2023 hanno un importo medio di 904 euro, del 33% inferiore a quello delle pensioni liquidate nello stesso periodo agli uomini (1.357 euro).

L’importo medio mensile

L’importo medio mensile delle pensioni con decorrenza nel primo trimestre è stato di 1.111 euro, inferiore di circa 100 euro rispetto allo stesso periodo del 2022 (1.213 euro) e di 50 euro rispetto alla media dell’intero anno. La media è tra i 777 euro medi per le pensioni di vecchiaia (847 nel primo trimestre 2022), 1.871 per quelle anticipate (1.944 nei primi tre mesi del 2022), 757 per le invalidità (contro 820) e 817 per i superstiti (contro 785). Per le donne nel primo trimestre del 2023 ha pesato la stretta sulle pensioni anticipate, quelle mediamente più alte perché basate su più anni di contributi, con 17.111 assegni a fronte di 34.472 per i maschi. Inoltre le pensioni anticipate per gli uomini valgono in media 2.043 euro al mese a fronte dei 1.527 euro medi per le donne (-25,26%). Quest’anno è arrivato anche un giro di vite su Opzione donna che è stata limitata solo alle lavoratrici in situazione di svantaggio (licenziate, con disabilità almeno al 74%, impegnate nella cura di disabili gravi). Le persone uscite grazie a questa misura in tre mesi sono state appena 151 a fronte delle 4.185 andate in pensione nell’intero 2022.

La diminuzione dell’importo medio

E se l’importo medio dei nuovi assegni cala in media rispetto a quelli liquidati nell’intero 2022 di circa 50 euro, per le donne si registra un calo dell’8,41%, con un divario di genere che continua a crescere. Il calo dell’importo medio, spiega l’Inps, è dovuto prevalentemente alla riduzione della quota retributiva rispetto a quella contributiva. Nei primi tre mesi del 2023 sono state liquidate nel complesso 174.610 pensioni con decorrenza nel trimestre con un calo del 26,22% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Calo pensioni anticipate

L’Osservatorio Inps segnala un crollo delle pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia con appena 51.583 assegni nel complesso a fronte dei 83.153 del primo trimestre 2022 (-38%). Il dato di quest’anno potrà crescere nel caso di nuovi assegni liquidati nei prossimi mesi con decorrenza primo trimestre. Questo andamento è legato anche alla nuova stretta sulle quote con l’aumento nel 2023 del numero di anni di contributi necessari per la pensione anticipata. Si riduce anche il numero delle uscite per vecchiaia (67 anni di età) con 65.137 assegni con decorrenza nel trimestre (-11,44%) ma bisogna sempre tenere conto della possibilità che i numeri del 2023 vengano rivisti al rialzo.

Le Quote

Nel 2021 si è conclusa la sperimentazione di Quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 di contributi), mentre nel 2022 la Quota 102 prevedeva la possibilità di uscire con almeno 64 anni di età e 38 di contributi. Con la Quota 103 nel 2023 si è limitato in modo consistente la possibilità di uscita (almeno 62 anni di età e 41 di contributi) soprattutto per le donne che nella maggior parte dei casi non riescono ad avere carriere contributive così lunghe.

Invalidità

Per le invalidità gli assegni con decorrenza primo trimestre sono stati 8.167 (-29,86%) mentre gli assegni ai superstiti sono stati 49.723 (-27,2%).

Fonte Ansa