Paralimpiadi, azzurre leggendarie: tripletta nei 100 metri

Un'impresa storica nei 100 metri categoria T63: Sabatini (oro e record del mondo), Caironi e Contraffatto sul podio. Argento nell'arco ricurvo

atleti

Una distanza che continua a regalare sogni. Il destino sportivo che cambia nel breve volgere di 100 metri. Quelli che separano la fatica dalla gloria. E l’Italia di gloria continua a prendersene parecchia in questa meravigliosa estate dello sport. Alle Paralimpiadi di Tokyo, i 100 metri femminili regalano al nostro Paese un’impresa sportiva leggendaria, con una storica tripletta tutta azzurra sul podio. Tutti e tre i metalli prendono l’aereo per l’Italia nella categoria T63 (dedicata ad atleti che competono con una protesi a un solo arto) grazie alle straordinarie prestazioni di Ambra Sabatini (oro in 14”11 e record del mondo), Martina Caironi (argento) e Monica Graziana Contraffatto (bronzo). La capitalizzazione di un’impresa già raggiunta qualificandosi tutte e tre alla finalissima. E il medagliere parla chiaro: 69 medaglie complessive, 14 d’oro. Arricchito anche dall’argento di Elisabetta Mijno e Stefano Travisani nella mista del tiro con l’arco ricurvo.

I 100 metri del sogno

Una soddisfazione incredibile per lo sport azzurro, figurarsi per le protagoniste. Nemmeno loro ci credono molto, in primis la medaglia d’oro Ambra Sabatini, diciannove anni appena. Perse una gamba in un incidente e, come modello di vita e di sport, prese proprio la compagna di squadra Martina Caironi (31 anni), vittima di un dramma simile. Ora si ritrova con in mano la medaglia più preziosa e un incredibile record del mondo. Pacchetto completo. “Era un sogno che avevamo da sempre, eravamo un duo che è diventato un trio e siamo riuscite a farcela Perché desideravo troppo la medaglia, rappresenta il riscatto di questi due anni dall’incidente e finalmente mi sento completa”.

Una dedica speciale

Caironi bissa nei 100 metri l’argento già ottenuto nel salto in lungo. E a caldo non trattiene l’entusiasmo né la soddisfazione di vedere tre atlete azzurre una accanto all’altra sul podio. “Ci unisce la voglia di superarci e di tirare fuori qualcosa di più dalla condizione di disabilità che abbiamo. Non solo abbiamo superato la nostra condizione di svantaggio, ma ne stiamo facendo qualcosa di grande”. Le fa eco Monica Contraffatto, che fa una dedica speciale all’Afghanistan. Tutt’altro che casuale: “È il Paese che mi ha tolto una parte di me, ma in realtà mi ha regalato tante emozioni e una nuova vita, che è fighissima”. Proprio in Afghanistan, la caporal maggiore dei bersaglieri rimase vittima di un attacco alla propria caserma, nel 2012. Le schegge della bomba le costarono un arto e tante altre ferite. Ma senza intaccarle minimamente lo spirito.