Papa: “Vergine Immacolata, ti presento ancora la supplica del popolo ucraino”

La preghiera recitata dal Santo Padre Francesco nel corso dell’Atto di venerazione dell’Immacolata a Piazza di Spagna

Papa
Foto © VaticanMedia

Nel pomeriggio di oggi, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il
Santo Padre Francesco si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore per sostare in preghiera davanti all’immagine della “Salus Populi Romani”. Dopo il Papa si è trasferito in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione all’Immacolata, dove ha recitato una preghiera composta per l’occasione.

La preghiera

“Madre nostra Immacolata, oggi il popolo romano si stringe intorno a te. I fiori deposti ai tuoi piedi da tante realtà cittadine esprimono l’amore e la devozione per te, che vegli su tutti noi. E tu vedi e accogli anche quei fiori invisibili che sono tante invocazioni, tante suppliche silenziose, a volte soffocate, nascoste ma non per te, che sei Madre.
Dopo due anni nei quali sono venuto a renderti omaggio da solo sul far del giorno, oggi ritorno a te insieme alla gente di questa Chiesa e di questa Città. E ti porto i ringraziamenti e le suppliche di tutti i tuoi figli, vicini e lontani. Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta,
vedi le cose della terra molto meglio di noi; ma come Madre ascolti le nostre invocazioni
per presentarle al tuo Figlio, al suo Cuore pieno di misericordia. Prima di tutto ti porto l’amore filiale di innumerevoli uomini e donne, non solo cristiani, che nutrono per te la più grande riconoscenza per la tua bellezza tutta grazia e umiltà: perché in mezzo a tante nubi oscure tu sei segno di speranza e di consolazione. Ti porto i sorrisi dei bambini, che imparano il tuo nome davanti a una tua immagine, in braccio alle mamme e alle nonne,
e cominciano a conoscere che hanno anche una Mamma in Cielo. E quando, nella vita, capita che quei sorrisi lasciano il posto alle lacrime, com’è importante averti conosciuta,
avere avuto in dono la tua maternità! Ti porto la gratitudine degli anziani e dei vecchi:
un grazie che fa tutt’uno con la loro vita, tessuto di ricordi, di gioie e dolori, di traguardi che loro sanno bene di aver raggiunto con il tuo aiuto, tenendo la loro mano nella tua.
Ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica
a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti. In particolare ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio.
Ti porto i sogni e le ansie dei giovani, aperti al futuro ma frenati da una cultura
ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell’educare, suadente nell’illudere e spietata nel deludere. Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali
e ritrovino il gusto di volare in alto. Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore.
Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata. Ma in realtà noi tutti sappiamo
che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio.
Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!”.

Il saluto

Anche lui seduto sulla sedia a rotelle, papa Francesco non ha rinunciato a salutare i malati e i disabili presenti in Piazza di Spagna al termine del suo Atto di venerazione alla Statua dell’Immacolata. Prima di fare il giro tra la folla per il suo congedo e ripartire per il Vaticano – nuovamente e cordialmente salutato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri in fascia tricolore -, il Papa ha voluto anche fermarsi a stringere la mano e scambiare qualche battuta con alcuni giornalisti.