Il Papa contro la guerra: “Basta sangue, disposti a tutto per la Pace”

Papa Francesco rinnova il suo appello a prodigarsi per la pace: "La Santa Sede si mette al servizio. Si assicurino davvero i corridoi umanitari"

Papa Angelus Ucraina
Foto © VaticanMedia

“Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria”. Papa Francesco lancia l’ennesimo appello alla pace, mentre in Ucraina “scorrono fiumi di sangue e di lacrime”. Un Paese martoriato, in cui “cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria”. In fuga ci sono i civili, almeno coloro riusciti a fuggire dalla violenza delle armi. Soprattutto mamme e bambini. “Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari, e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura”.

Papa Francesco: “Al servizio della pace”

Il Santo Padre, al termine dell’Angelus, ringrazia coloro che si stanno prodigando per l’accoglienza dei profughi”. E anche giornaliste e giornalisti che, “per garantire l’informazione, mettono a rischio la propria vita”. Un servizio, ricorda Papa Francesco, “che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra”. Invitando i fedeli a rinnovare le proprie preghiere per l’Ucraina, il Pontefice rivolge un accorato appello affinché si cooperi per il dialogo. “La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace. In questi giorni, sono andati in Ucraina due Cardinali, per servire il popolo, per aiutare. Il Cardinale Krajewski, Elemosiniere, per portare gli aiuti ai bisognosi, e il Cardinale Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Questa presenza dei due Cardinali lì è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: ‘La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!'”.

Il tempo del deserto

La Liturgia della prima domenica di Quaresima ci porta nel deserto, dove Gesù è condotto dallo Spirito Santo e resta per quaranta giorni, affrontando le tentazioni del diavolo. Quel deserto che “simboleggia la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà”. Una lotta spirituale quella intrapresa da Gesù, poco prima di iniziare la sua missione “pubblica”. Ed è in questo momento che “Egli afferma decisamente quale genere di Messia intende essere“. Gesù combatte contro le tentazioni del diavolo che, per due volte, “gli propone di sfruttare la sua posizione”, dicendogli: “Se sei il Figlio di Dio…”. Tre tentazioni, quella di soddisfare i bisogni materiali, di accrescere il potere e avere da Dio un segno prodigioso. Un invito ad approfittare della propria posizione.

La Parola di Dio

“È una proposta seducente – spiega Papa Francesco -, ma ti porta alla schiavitù del cuore: rende ossessionati dalla brama di avere, riduce tutto al possesso delle cose, del potere, della fama. È questo il nucleo delle tentazioni: ‘il veleno delle passioni’ in cui si radica il male”. Alle attrattive del male, però, Gesù si oppone in modo vincente. Risponde alle tentazioni con la Parola di Dio, “che dice di non approfittare, di non usare Dio, gli altri e le cose per sé stessi, di non sfruttare la propria posizione per acquisire privilegi”.

Non dialogare con le tentazioni

Sono tentazioni che, spesso, accompagnano anche noi stessi. “Dobbiamo vigilare, perché spesso si presentano sotto un’apparente forma di bene. Infatti, il diavolo, che è astuto, usa sempre l’inganno. Ha voluto far credere a Gesù che le sue proposte fossero utili per dimostrare che era davvero il Figlio di Dio”. Spesso il diavolo “arriva ‘con gli occhi dolci’, sa persino travestirsi di motivazioni sacre, apparentemente religiose! Se cediamo alle sue lusinghe, finisce che giustifichiamo la nostra falsità, mascherandola di buone intenzioni”. Per questo è necessario fare come Gesù: non dialogare con il diavolo ma opporre “la Parola di Dio, che è più forte del diavolo, e così vince le tentazioni”. E l’invito, nel tempo di Quaresima, è a prendersi spazi di silenzio e preghiera, per guardare ciò che si agita nel nostro cuore. “Facciamo chiarezza interiore, mettendoci davanti alla Parola di Dio nella preghiera, perché abbia luogo in noi una benefica lotta contro il male che ci rende schiavi, una lotta per la libertà”.