Il Papa prega per il Kazakistan: “Torni l’armonia sociale con il dialogo”

Il Santo Padre, nel giorno in cui si commemora il Battesimo del Signore, ricorda l'importanza della preghiera: "Eleva verso il cielo"

Papa Francesco Angelus Migranti rifugiati
Foto © VaticanMedia

In un mondo ancora attanagliato nella morsa della pandemia, il fuoco delle divisioni politiche non smette di covare sotto la cenere. E, in alcuni casi, finisce anche per esplodere. Il Kazakistan, in questi giorni, ha visto riaccendersi la miccia della rivolta interna, quella che lo scorso anno (per ragioni diverse) spinse in piazza il popolo bielorusso. Un’ondata di proteste contro il regime che governa il Paese. Nelle ultime ore, il presidente Tokayev ha fatto sapere che “l’ordine costituzionale è stato ristabilito in gran parte del Paese”. Le tensioni però proseguono, il furore del popolo non si ferma e il clima di fuoco preoccupa anche Papa Francesco. Nell’Angelus domenicale, il Santi Padre ha pregato per le vittime delle proteste e per le loro famiglie: “Auspico che si ritrovi al più presto l’armonia sociale attraverso la ricerca del dialogo, della giustizia e del bene comune. Affido il popolo kazako alla protezione della Madonna, Regina della Pace di Oziornoje”.

Il Papa: “Gesù scende nella storia ferita dell’umanità”

Una preghiera che arriva nel giorno in cui la Chiesa commemora il Battesimo di Gesù: “Lui, che è il Figlio di Dio e il Messia, va sulle rive del fiume Giordano e si fa battezzare da Giovanni Battista. Dopo circa trent’anni vissuti nel nascondimento, Gesù non si presenta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare. Si mette in fila con il popolo che andava a ricevere il battesimo da Giovanni”. Il popolo andava al battesimo con anima e piedi nudi, in modo umile. E Gesù condivide la sorte dei peccatori, scendendo “nel fiume come nella storia ferita dell’umanità, si immerge nelle nostre acque per risanarle, si immerge con noi, in mezzo a noi. Non sale al di sopra di noi, ma scende verso di noi, con l’anima nuda, con i piedi nudi, come il popolo”.

La preghiera che eleva

Gesù prega. Nel Vangelo emergono due movimenti della sua vita: “Da una parte scende verso di noi, nelle acque del Giordano; dall’altra eleva lo sguardo e il cuore pregando il Padre”. Un grande insegnamento per ognuno di noi, immersi nei problemi della vita e chiamati ad affrontare scelte che ci trascinano verso il basso. “Ma, se non vogliamo restare schiacciati, abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto. E questo lo fa proprio la preghiera, che non è una via di fuga… Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, pregare per avere la forza di andare avanti”.

Ricordare il Battesimo

La preghiera, spiega Papà Francesco, è “dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo”. La preghiera apre il “dà ossigeno alla vita, dà respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre”. E ricordare la data del Battesimo significa ricordare “la nostra rinascita, il momento nel quale siamo diventai figli di Dio con Gesù”.