Appello Onu contro l’odio sui social verso le minoranze

“I social media sono diventati lo strumento per diffondere odio, pregiudizi e istigazione alla violenza contro le minoranze, serve dunque un trattato internazionale per combattere questo flagello”. Lo ha dichiarato il relatore speciale delle Nazioni Unite sulle questioni relative alle minoranze, Fernand de Varennes.

L’appello sulla tutela delle minoranze

“In rete le minoranze, i gruppi vulnerabili ed emarginati sono sempre più indicati come capri espiatori su cui si addensano accusa ingiuste e minacce” ha aggiunto il rappresentante Onu che ha affermato: “è un avvertimento che non avrei mai pensato di dover fare, ma l’Olocausto non è iniziato con le camere a gas, è iniziato con l’incitamento all’odio contro la minoranza ebraica”.

De Varennes ha anche sottolineato come il linguaggio sui social “disumanizza, riducendo le minoranze a parassiti, normalizzando la violenza contro di loro e rendendo accettabile perseguitarli e alla fine eliminarli“.

Quadro normativo in materia di diritti umani

Dunque, il relatore speciale ha chiesto un quadro normativo in materia di diritti umani che chiarisca gli obblighi degli Stati e delle società di social media nei confronti dell’incitamento all’odio.

“In alcuni paesi, più di tre quarti dei casi riguardanti l’incitamento all’odio prendono di mira questi gruppi e le conseguenze della mancanza di risposte giuridiche da parte delle autorità pubbliche e delle piattaforme di social media possono essere tragiche fino alla morte, con conseguenti atrocità e massicce violazioni dei diritti umani e creando le condizioni per un potenziale conflitto”, ha avvertito l’esperto delle Nazioni Unite.

Gli Stati devono agire “in modo rapido ed efficace” per affrontare e contrastare questo fenomeno, “comprese indagini tempestive ed efficaci e azioni penali nei confronti dei responsabili, portandoli a rispondere delle loro azioni e garantendo che le vittime abbiano un accesso effettivo alla giustizia e ai risarcimenti“.

Libertà di espressione

“Il punto di partenza per combattere il flagello dell’incitamento all’odio rivolto alle minoranze sui social media è il pieno rispetto della libertà di espressione, con le restrizioni strettamente necessarie consentite dal diritto internazionale per criminalizzare le forme più gravi, vietare le forme meno ‘gravi’ e adottare misure amministrative per combattere i pregiudizi, il razzismo e l’intolleranza in rete che possono danneggiare la società nel suo complesso“, ha concluso l’esperto.