Omicidio Sacchi: chiesti 6 anni e 4 mesi per Giovanni Princi

La sentenza per il ragazzo è attesa per il 22 giugno. La Procura di Roma ha chiesto che sia sanzionato con una multa di 30 mila euro

Sei anni e 4 mesi. E’ questa la condanna che la Procura di Roma ha chiesto per Giovanni Princi, accusato del tentativo di acquisto di 15 chilogrammi di marjuana nell’ambito della vicenda in cui si è consumato l’omicidio di Luca Sacchi, ucciso il 23 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa. Princi, amico di infanzia di Sacchi, ha ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Pier Luigi Battista. E’ accusato di violazione della legge sulla droga. La Procura ha chiesto che Princi sia sanzionato con una multa di 30 mila euro.

La sentenza

La sentenza per Princi – attualmente agli arresti domiciliari – è attesa per il 22 giugno prossimo. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe avuto un ruolo primario nella trattativa con i pusher di San Basilio, in particolare Daniele Del Grosso e Paolo Pirino – ritenuti gli autori materiali dell’omicidio e attualmente sotto processo insieme, tra gli altri, ad Anastasiya, fidanzata di Luca – per l’acquisto di droga in cambio di 70 mila euro.

Il caso

Era la notte tra il 23 e il 24 ottobre, quando Luca e la sua fidanzata si si trovavano nei pressi del pub John Cabot, fra via Teodoro Mommsen e via Bartoloni, stretto tra l’Appia Nuova e il Parco romano della Caffarella. Secondo alcuni testimoni, la coppia era seguita da un’auto Smart di colore bianco, da cui sarebbero scese alcune persone per strappare la borsa alla ragazza. Secondo altre informazioni riferite da Fanpage, gli aggressori avrebbero avuto un marcato accento romano. I due banditi, scesi dall’auto, hanno dapprima strattonato la giovane, poi le hanno intimato di consegnarle la borsa: “Gliela stavo consegnando quando mi hanno colpito con una mazza. A questo punto Luca ha reagito bloccando il ragazzo che mi aveva aggredito, ma è intervenuto l’altro aggressore che gli ha sparato alla testa”, raccontò la giovane che, nel corso delle indagini è passata da testimone oculare a indagata.