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Norvegia, sono arrivati i fumi dal Canada

I fumi degli incendi in Canada, dopo aver raggiunto New York, sono arrivati anche in Norvegia e intanto le autorità canadesi temono che i roghi possano durare anche mesi

I fumi arrivano in Norvegia

Dopo avere avvolto New York, i fumi delle centinaia di incendi in Canada hanno raggiunto persino la Norvegia, a migliaia di chilometri di distanza. Lo ha riferito l’Istituto norvegese di ricerca climatica e ambientale (Nilu), precisando che si tratta di concentrazioni “molto deboli” di particelle di fumi misurate in particolare nella stazione di Birkenes, nel Sud del Paese nordeuropeo.

Le misurazioni variano in funzione dell’intensità dei fuochi, dell’orientamento dei venti e delle precipitazioni. “Non vediamo un picco serio o un aumento significativo, pertanto non vediamo alcun problema ambientale in Norvegia né alcun serio rischio per la salute”, ha aggiunto la stessa fonte. Il Sud della Norvegia, come buona parte dell’Europa del Nord, è colpito da un episodio di siccità più marcato del solito. Sono 16 giorni che non piove e precipitazioni non sono previste per i prossimi giorni.

Preoccupazione in Canada

In Canada le autorità sono alle prese con un’annata senza precedenti: circa 2.300 incendi boschivi sono stati censiti e finora 3,8 milioni di ettari sono andati in fumo. Una situazione critica che rappresenta una sfida logistica colossale, mentre l’estate si preannuncia eccezionalmente calda e secca, pertanto potrebbe durare mesi.

“La distribuzione degli incendi da costa a costa è insolita. In questo periodo dell’anno gli incendi di solito scoppiano solo su un lato del Paese alla volta, più spesso in Occidente”, ha affermato Michael Norton, del Dipartimento delle risorse naturali del Canada. Le regioni più colpite sono il Quèbec, la Nuova Scozia e l’Alberta. Per gli esperti solo una vera pioggia o l’inverno possono porre fine a incendi cosi’ estesi.

“Per ogni grado di aumento della temperatura nella foresta boreale, la dimensione degli incendi triplica“, ha spiegato Yan Boulanger, ricercatore del Ministero canadese delle risorse naturali e specialista in incendi boschivi.

Secondo i climatologi, il Canada si sta riscaldando più velocemente del resto del pianeta, tra 1,7 C e 3 C, rispetto a una media globale di +1,1 C dal periodo preindustriale. “Le risorse sono limitate. Non c’è dubbio che negli anni a venire dovremo pensare seriamente a come attrezzarci per affrontare questa nuova realtà. Affronteremo eventi meteorologici sempre più estremi”, ha riconosciuto il premier canadese Justin Trudeau.

Gli interventi

Sul tavolo del Parlamento la possibilità di aumentare i crediti d’imposta per i vigili del fuoco volontari, di cui circa 15 mila in più sarebbero necessari. Per molti esperti bisogna anche anticipare meglio, ad esempio piantare specie di alberi meno infiammabili, ridurre la quantità di vegetazione facilmente infiammabile e riutilizzare tecniche indigene, praticate da millenni, come l’incendio controllato.

Fonte: Agi

redazione

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