Nomina del fratello di Marra, l’Anac: “C’è conflitto d’interessi”

L’Autorità nazionale anticorruzione ritiene configurabile il “conflitto di interessi” nella nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele, ex fedelissimo di Virginia Raggi) alla direzione Turismo di Roma Capitale. E il fatto che la sindaca abbia detto di essere a conoscenza “ab initio” di tale possibilità non vale ad escluderla. Secondo il Dpr 62 del 2013 (che regola la materia), infatti, l’organo venuto a conoscenza del conflitto deve disporre “ogni misura volta a evitare ogni partecipazione del funzionario che possa trovarsi in tale situazione”. Di conseguenza, prosegue l’Anac, la sindaca avrebbe dovuto esonerare “il dott. Marra da ogni partecipazione, anche se solo ‘meramente pedissequa’, all’atto di nomina del fratello Renato”.

L’authority guidata da Raffaele Cantone ha poi rilevato la contraddittorietà relativa alle dichiarazioni e al comportamento di Raggi. La prima cittadina ha detto di aver compiuto da sola, in totale autonomia, l’istruttoria sul conferimento degli incarichi dirigenziali. Ma nell’ordinanza di assegnazione si fa esplicito riferimento alla “istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente”.

Dalla documentazione fornita all’Anac nell’ambito del caso Marra, si evincono le dichiarazioni in cui il sindaco Raggi ha precisato che il ruolo di Raffaele Marra rispetto alla nomina del fratello “è stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali, peraltro affidate in via esclusiva dalla normativa vigente. Il Dott. RaffAele Marra – ha dichiarato Raggi – si è limitato a compiti di mero carattere compilativo connessi ad un procedimento decisionale che ha visto l’Amministrazione di Roma Capitale interprete, per la prima volta, di una procedura di interpello dirigenziale generalizzata, in conformità al Piano Anticorruzione ed al Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi”.

Anac, che trasmesso la delibera di nomina alla Procura di Roma, rileva che questa dichiarazione “deve essere interpretata come piena rivendicazione della responsabilità personale, politica e amministrativa dell’adozione dell’atto di nomina. Sotto questo profilo, però, essa non vale ad escludere che l’organo politico si sia avvalso della collaborazione, anche solo ai meri fini istruttori, di funzionari del Comune” e, in particolare, di Marra “che, come riferito dalla sindaca nella relazione del Responsabile prevenzione corruzione e trasparenza, ha raccolto tutta la documentazione, predisponendo l’atto per la firma della Sindaca e lo ha controfirmato”. Si deve ritenere, pertanto, che l’atto di nomina adottato dalla Sindaca sia stato accompagnato da una attività istruttoria, svolta in particolare dall’ufficio organizzazione e risorse umane di Roma Capitale diretto dal funzionario in posizione di conflitto di interessi”. Ma proprio questo confligge con le dichiarazioni in cui Raggi sostiene di aver agito autonomamente.