NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA: “ERAVAMO 950 A BORDO”

“A bordo eravamo 950, c’erano 40-50 bambini e circa 200 donne”. Lo ha riferito alla procura di Catania un sopravvissuto al naufragio in cui si temono oltre 700 morti avvenuto al largo della Libia. L’uomo, originario del Bangladesh, è stato portato in ospedale. “Molti migranti sono stati chiusi nei livelli inferiori della barca”. Alla partenza, “i trafficanti hanno chiuso i portelloni impedendogli di uscire”, ha aggiunto

Quella del peschereccio capovolto è la più grande tragedia del Canale di Sicilia. Secondo le prime ricostruzioni il natante avrebbe lanciato ieri una richiesta d’aiuto per le difficoltà di navigazione captata dal centro nazionale soccorso della Guardia Costiera.

La sala operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto ha dirottato un mercantile portoghese, che giunto in prossimità del mezzo in difficoltà, ha visto il peschereccio capovolgersi. Sono iniziate frenetiche operazioni di soccorso che hanno consentito di recuperare 28 persone finite in mare.

E’ verosimile che, alla vista del mercantile, i migranti si siano portati tutti su un lato del peschereccio, facendolo capovolgere. Nella zona sono stati dirottati numerosi altri mezzi che sono ora impegnati nelle ricerche di eventuali altri superstiti.

Appena pochi giorni fa è stato soccorso dalla Guardia Costiera un altro barcone capovolto a circa 80 miglia dalle coste della Libia. Nel fine settimana scorso sono stati soccorsi 5629. Solo domenica sono state 28 le chiamate e 22 unità soccorse, tra gommoni e barconi.

Ai soccorsi dei migranti partecipano quattro navi e un aereo della Guardia Costiera e nove mercantili; e, inoltre, una nave della Marina Militare, un pattugliatore islandese e due motovedette della Guardia Costiera che fanno parte dell’operazione Triton.

Intanto cominciano ad arrivare i primi commenti di istituzioni e politici. Secondo l’Unhcr si tratterebbe di un’ecatombe “senza precedenti. Una tragedia di proporzioni immani”. Matteo Salvini torna, invece, all’attacco: “Servono altri 700 morti per fermare gli arrivi dal Canale di Sicilia?” si è chiesto il leader della Lega Nord. Quello che è avvenuto, per il segretario del Carroccio, è sulla coscienza “di Renzi, Alfano e dei falsi buonisti”. Salvini è tornato a chiedere un “blocco navale internazionale subito, davanti alle coste libiche, e Guardia Costiera e Marina Militare a soccorrere e a difendere i nostri confini”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è rientrato a Roma per seguire la situazione che durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi ha definito come “ancora nebulosa”.

Dopo aver ringraziato gli equipaggi delle 18 navi – 7 italiane – e i tre elicotteri che hanno risposto alla chimata di soccorso, il Premier ha ribadito che bisogna “bloccare il traffico di essere umani: i non schiavisti non possono pensare che l’Europa lo considere un problema di serie B. Non si può avere una visione burocratizzante. – ha aggiunto – Su questo aspetto abbiamo avuto un pieno consenso e una totoale condivisione dal presidente Usa nel nostro colloquio”.

Ha anche ribadito che non bisogna considerare le persone decedute nel Canale di Sicilia come dei numeri o migranti, ma sono “persone che hanno perso tutto. L’Italia pore il suo cordoglio alle famiglie ed esprime la sua commozione”.

Nonostante l’Unione Europea in più di un caso si è mossa come “sol uomo”, molto spesso l’Italia svolge un “lavoro oggettivamente straordinario, spesso in condizioni di solitudine”, ed è proprio per questo che Renzi ha chiesto che venga convocato un “vertice europeo straordinario”, precisando che “dovrà tenersi in settimana, giovedì o venerdì”. Nel frattempo Matteo Renzi si è messo in contatto con il suo omologo maltese, Joseph Muscat – che incontreràè domani, e con Francois Hollande.

“Se saranno confermati i 700 morti nella nuova strage di migranti, siamo di fronte alla tragedia più grave del Mediterraneo che si aggiunge ai 950 morti di questi primi mesi del 2015, una tragedia che diventa sempre più uno scandalo della politica europea sull’immigrazione che deve ritornare all’operazione Mare Nostrum”. Lo ha detto all’Adnkronos mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes. “Si è dimostrato il fallimento di Triton e di Frontex” ha ribadito ancora una volta mons. Perego, sottolineando la necessità di affiancare “al presidio del Mediteranno un piano sociale di tutela dei rifugiati, dei richiedenti asilo senza se e senza ma. Non possiamo dimenticare ancora una volta questi morti”. Servono “risorse sociali per l’accoglienza dei migranti in fuga – ha sottolineato – dando prova finalmente che la protezione internazionale è uno dei diritti fondamentali che l’Europa e l’Italia vogliono tutelare”. Al tempo stesso mons. Perego ha chiesto “un intervento dell’Onu e delle comunità internazionali per riportare la pace al di là del Mediterraneo soprattutto nel Nord Africa, in Medio Oriente e nel Corno d’Africa da cui provengono la maggior parte di questi migranti in fuga, insieme a una grande azione comune, una sorta di piano Marshall di cooperazione internazionale per questi Paesi. Non possiamo dimenticare che miseria e guerra sono le due cause di queste partenze a cui si è unito ultimamente il terrorismo internazionale”.