Migranti, intesa in maggioranza: permessi di sei mesi

Bozza di accordo per la parte più dibattuta del dl Rilancio: ok sulla tempistica ma controlli più stringenti

Manca l’ufficialità ma le conferme arrivano: sarebbe stata raggiunta l’intesa sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nel settore agricolo e per coloro impiegati come colf e badanti “in nero”. Un accordo raggiunto fra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazioni dei partiti di maggioranza, che nei giorni scorsi avevano particolarmente insistito sul tema della sanatoria, allungando a oltranza le discussioni sul Decreto Rilancio. Alla fine, dopo un tira e molla andato avanti fino a notte inoltrata, all’interno delle forze d’esecutivo si sarebbe trovata la quadra.

L’intesa

A insistere sul far rientrare anche i lavoratori domestici nel quadro della sanatoria, erano stati i membri del Partito democratico, ma l’accordo raggiunto va in tutte le direzioni: i permessi, sia per l’una che per l’altra categoria, come richiesto dai Cinque stelle restano di sei mesi e saranno subordinati a un  un controllo dell’Ispettorato del lavoro. In sostanza, per coloro che ne faranno richiesta arriverà un permesso temporaneo, convertibile in permesso di lavoro alla sottoscrizione del contratto, fermo restando che le verifiche saranno più stringenti e dovranno provare inequivocabilmente che, in passato, sia stata svolta attività lavorativa nel settore di interesse. Trascorsi i sei mesi, e posti i necessari controlli, il permesso temporaneo potrebbe trasformarsi in un reale permesso di lavoro.

Un accordo su cui si esercita prudenza, soprattutto da parte del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che parla di “rifiniture in corso“, ma per ora non sembra possano esserci ostacoli insormontabili per arrivare a dama.