Libia: Usa e Europa alzano la voce contro Haftar

Il generale della Cirenaica si era proclamato capo del Paese. L'Unione Europea crea la missione Irini per bloccare l'arrivo di armi

Il generale Haftar

Sale la tensione in Libia, dopo che lo scorso lunedì sera il generale della Cirenaica Haftar si è autoproclamato Capo della Libia, annunciando de facto la fine dell’Accordo politico di Skhirat. Questo atteggiamento ha prodotto come conseguenza le reazioni europea e statunitense.

Gli Stati Uniti a colloquio con Al-Serraj

L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, ha avuto un colloquio con il capo del consiglio presidenziale, libico Fayez al-Serraj. Secondo una nota pubblicata dalla pagina Facebook dell’ambasciata Usa, Nordland ha affermato che gli Stati Uniti “respingono l’iniziativa del comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna) Haftar di proclamare unilateralmente un nuovo futuro per il Paese. Gli Stati Uniti – prosegue la nota – chiedono ancora una volta all’Lna di interrompere le operazioni militari intorno Tripoli così che possa iniziare un processo di de-escalation e che le parti possano attuare l’accordo per il cessate il fuoco negoziato nel formato 5+5 a Ginevra il 23 febbraio“.

La condanna dell’Unione Europea

Siamo molto preoccupati per quanto avviene in Libia. Condanniamo gli atti unilaterali, che sono inaccettabili. Evidenziamo che l’unico modo per arrivare alla pace e alla stabilizzazione” del Paese “è attraverso un percorso politico guidato dalle Nazioni Unite. Questo è il focus della nostra attenzione”. Lo ha chiarito Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ad una domanda dei giornalisti.

La missione dell’Ue

Irini, la nuova missione navale europea per il monitoraggio dell‘embargo Onu sulle armi alla Libia, sarà operativa nei prossimi giorni. Lo ha annunciato lo stesso Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell. Ieri è stata raggiunta un’intesa tra gli Stati membri per la fornitura delle prime navi, aerei e satelliti necessari per avviare l’operazione, e “la vasta maggioranza dei Paesi si è impegnata a destinare personale e mezzi, a breve, alla missione. Questo permetterà a Irini di avere una capacità operativa iniziale abbastanza a breve”, afferma il portavoce.

Cos’è l’accordo di Skhirat?

Nell’ottobre 2015, a Skhirat, in Marocco, i delegati del Congresso di Tripoli e quelli della Camera di Tobruk (Cirenaica) avevano firmato l’accordo per la creazione di un “governo di accordo nazionale”, seguendo il piano proposto dalle Nazioni Unite. Quattro anni dopo la rivoluzione che ha spodestato Gheddafi e dopo un anno e mezzo di guerra civile che, di fatto, ha diviso il paese in zone di influenza sostanzialmente sotto il controllo di due coalizioni, questo era il primo risultato politico concreto, anche per fermare il terrorismo dell’Islamic State. L’accordo aveva registrato il plauso della comunità internazionale e dell’allora ministro degli Esteri, oggi commissario europeo, Paolo Gentiloni.