Lampedusa, sbarcano 5 migranti tunisini

Erano su un barcone di tre metri, sembra salpato dalla città costiera tunisina Mahdia, quando li ha soccorsi la Guardia di finanza

Minisbarco a Lampedusa. Una motovedetta dalla Guardia di finanza ha portato all’hotspot isolano di Contrada Imbriacola cinque tunisini. Intanto la squadra mobile di Agrigento ha fermato sei persone di nazionalità egiziana, ritenuti i componenti dell’equipaggio di un barcone di migranti sbarcato lo scorso 22 gennaio, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio, per la morte di un migrante che, assieme ad altre persone, sarebbe stato minacciato e picchiato per costringerlo a restare sottocoperta, vicino la zona dei motori, dove è deceduto. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Elenia Manno, numerosi sbarchi sull’isola.

Lo sbarco

Erano su un gommone di tre metri, a quanto pare partito da Mahdia, località costiera della Tunisia, che stava facendo rotta verso Lampedusa, i cinque migranti di nazionalità tunisina che sono stati soccorsi da un natante delle Fiamme gialle a 11 miglia a Ponente da Lampione. Il gruppo è stato portato alla struttura di contrada Imbriacola, dove erano già presenti 111 migranti.

I fermi

L’indagine sullo sbarco del 22 gennaio è stata svolta dalla squadra mobile della Questura di Agrigento e ha consentito l’identificazione dei componenti dell’equipaggio. Oltre al ruolo del capitano del barcone è stato definito anche quello di chi si è occupato di rifornire i motori di carburante e di chi era demandato al mantenimento dell’ordine a bordo, anche ricorrendo a minacce e percosse. L’accusa della Procura di Agrigento è che i sei egiziani, d’età compresa tra i 32 e i 40 anni, abbiano “in concorso morale e materiale tra loro, trasportato dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane 70 extracomunitari, a bordo di un barcone di circa 10 metri, esponendoli a grave pericolo di vita“.