Kabul è in mano ai talebani: “Rifonderemo l’Emirato islamico”

La capitale è occupata dagli insorti. Il presidente Ghani ha lasciato il Paese: "I talebani hanno vinto. Proteggano l'onore dell'Afghanistan"

Kabul Talebani

La dichiarata volontà di mantenere l’ordine non è bastata a evitare il caos. La giornata di Kabul, capitale dell’Afghanistan, è stata dura. Il caos della fuga dei civili, l’ingresso dei talebani dopo la tappa finale a Jalalabad, l’evacuazione delle ambasciate, le trattative-lampo nel palazzo presidenziale. La bandiera talebana, con la sua scritta nera, si innalza infine in diverse zone della città, anche sulla torre del palazzo presidenziale. Con un annuncio ben preciso: “A breve proclameremo l’Emirato islamico”. Un passaggio di potere sancito dall’abbandono del Paese del presidente Ashraf Ghani e dal ritorno del potere nelle mani degli insorti. L’ultima volta fu negli anni Novanta, dal 1996 al 2001 come forma di governo.

Ghani lascia Kabul

I capi dei miliziani talebani avevano dato l’ordine di non utilizzare violenza e favorire una transizione pacifica. Un ordine che non è stato sufficiente a preservare la tranquillità dei civili, migliaia dei quali hanno scelto di lasciare immediatamente la città. L’ultima roccaforte che ancora rimaneva in mano presidenziale. Ghani, tuttavia, ha lasciato l’Afghanistan qualche ora dopo l’ingresso dei talebani a Kabul. Una decisione presa, come riferito in un messaggio su Facebook, per evitare spargimenti di sangue. “Oggi mi sono imbattuto in una scelta difficile: dover affrontare i talebani armati che volevano entrare nel palazzo o lasciare il caro Paese alla cui protezione ho dedicato la mia vita a proteggere negli ultimi vent’anni”. Secondo il New York Times, Ghani si sarebbe rifugiato in Uzbekistan.

I talebani: “Nessun pericolo per gli stranieri”

Nello stesso messaggio, l’ormai ex presidente afghano ha auspicato che i talebani superino “la nuova prova storica”, difendendo “il nome e l’onore dell’Afghanistan… E’ necessario che i talebani garantiscano tutte le persone, le nazioni, i diversi settori, le sorelle e le donne dell’Afghanistan per conquistare la legittimità e il cuore del popolo”. Secondo Ghani, “innumerevoli patrioti sarebbero stati martirizzati e la città di Kabul sarebbe stata distrutta” se non si fosse fatto da parte. Da parte loro, gli insorti hanno fatto sapere in un comunicato che non ci saranno pericoli per gli stranieri. “Assicuriamo – ha scritto su Twitter il portavoce Zabiullah – a tutte le ambasciate, missioni diplomatiche, istituzioni e cittadini stranieri a Kabul, che non vi è alcun pericolo per loro”. Un ospedale di Kabul ha riferito di aver accolto, in mattinata, almeno 40 feriti dovuti a degli scontri avvenuti alla periferia della città.