Israele proroga il divieto d’ingresso per gli stranieri

L'esecutivo ha anche confermato le regole di quarantena e tampone per gli israeliani al rientro

Prorogato per altri dieci giorni il divieto di ingresso dall’estero per gli stranieri all’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Con questa decisione il governo israeliano vuole prevenire la diffusione del Covid. Misura che arriva quando, per la prima volta da luglio, il Paese registra meno di 100 malati gravi di Covid. Intanto uno studio condotto sui dati di una delle maggiori casse mutue del Paese, risalente a prima dell’isolamento della variante Omicron, sostiene che la terza dose di vaccino Pfizer riduce di molto il rischio di morte negli over50 rispetto a chi non ha ricevuto il booster.

Divieto d’ingresso

Il governo israeliano, per decisione del premier Naftali Bennett e del ministro della Sanità Nitzan Horowitz, oltre ad avere allungato la durata del divieto di ingresso dall’estero per gli stranieri, ha confermato le attuali regole di quarantena e tampone per gli israeliani di rientro.

I dati del Ministero della Sanità

Per la prima volta dalla fine di luglio, Israele registra meno di 100 malati gravi di Covid. I dati diffusi dal ministero della Sanità israeliano riportano che, per la prima volta dalla fine di luglio, nelle ultime 24 ore i casi gravi sono stati 96 e i nuovi positivi 651, con un tasso di contagio dello 0,69%, mentre i casi accertati di Omicron restano al momento 21.

Lo studio

La terza dose di vaccino Pfizer riduce del 90% le morti nella fascia di popolazione con più di 50 anni rispetto a chi non ha avuto il booster, secondo uno studio israeliano risalente a prima della scoperta della nuova variante, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Condotta sui dati della Clalit, una delle maggiori casse mutue israeliane, la ricerca si è svolta su 843.208 individui di età indicata, di cui 758.118 (90%) avevano ricevuto la terza dose durante i 54 giorni del periodo osservato. La morte è avvenuta in 65 persone nel gruppo coperto dalla terza dose contro i 137 dei partecipanti senza booster , con una media del 90% di diminuzione nelle morti. “I risultati indicano senza equivoci che il booster è significativamente associato ad una riduzione del rischio di morte, inclusa la variante”, ha detto il capo del settore medico della Clalit Doron Netzer.