Il killer di Berlino ucciso durante un’operazione di controllo, si temono ritorsioni

Anis Amri, autore della strage di Berlino costata la vita a 12 persone, tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo, è stato ucciso nel corso di una normale “attività di controllo sul territorio”. Lo hanno raccontato il questore di Milano, Antonio De Iesu, e il vicequestore aggiunto, direttore del commissariato di Sesto, in conferenza stampa.

La dinamica

I due agenti, Christian Movio e Luca Scatà, hanno eseguito “le procedure stabilite”. L’uomo è stato avvicinato non perché si sospettasse che fosse il super ricercato ma perché alle 3 di notte si aggirava vicino alla stazione di Sesto San Giovanni. Era quindi “degno di controllo”. Era “solo e fermo” quando dalla volante è sceso il capo pattuglia che gli ha chiesto i documenti. Amri sembrava tranquillo, parlava italiano ma con forte accento straniero. All’agente ha detto di essere originario di Reggio Calabria. Insospettito dalla risposta Movio gli ha chiesto di svuotare sul cofano dell’automobile il contenuto del suo zainetto. A quel punto il tunisino ha estratto dalla giacca una pistola calibro 22 e ha sparato contro Movio, ferendolo a una spalla. Immediata e decisiva è stata la reazione dell’agente in prova Scatà, che ha risposto al fuoco dopo essersi accucciato sotto il volante. Ha esploso due colpi, quello fatale ha raggiunto Amri al costato. Inutili i tentativi di rianimarlo, è deceduto dopo pochi minuti.

Scheggia impazzita

L’intervento dei due agenti è stato provvidenziale perché Anis “era una scheggia impazzita, un latitante pericolosissimo che, da libero avrebbe potuto compiere altri attentati” ha spiegato De Iesu. “La pistola trovata in suo possesso gli si è materializzata in mano. Era carica e pronta all’uso. E’ arrivato dalla Francia in treno, è transitato da Torino, è arrivato a Milano all’una di notte. E al momento del controllo, a Sesto, Anis Amri era solo“.

Allerta massima

Ma per le forze dell’ordine il lavoro non è finito. Si temono, infatti, possibili ritorsioni contro la polizia dopo l’uccisione del terrorista. In una circolare il numero uno della Ps, Franco Gabrielli, ha invitato agenti e ufficiali alla “massima attenzione”. Per tutelare privacy e sicurezza i profili Facebook degli agenti che hanno neutralizzato Amri sono stati oscurati. “Abbiamo il dovere di tutelare l’immagine dei nostri agenti – ha spiegato De Iesu – abbiamo detto ai ragazzi di evitare, di non farsi prendere dall’emotività nel loro interesse, è opportuno che non lo facciano, stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale e c’è un problema di prevenzione”.

Gentiloni

Ai due agenti sono arrivati i ringraziamenti di Paolo Gentiloni. “Per l’operazione di stanotte voglio ringraziare polizia, Carabinieri, finanza, forze armate, intelligence, cioè gli uomini e le donne dei nostri apparati di sicurezza impegnati in queste ore e di cui l’Italia è davvero fiera. Una gratitudine speciale va al giovane agente Christian Novio rimasto ferito e al suo collega Luca Scatà, agenti che hanno mostrato coraggio e capacità professionali notevoli” ha detto il premier. “Siamo più che mai impegnati sul fronte della sicurezza. L’attenzione resta massima, le minacce non vanno sottovalutate ma quanto avvenuto stanotte dimostra ai cittadini che l’Italia c’è, lo Stato c’è“.