Il ginecologo Antinori condannato per estorsione

Una pena pesantissima, andata ben oltre le richieste dell’accusa. Il ginecologo Severino Antinori, “profeta” della fecondazione assistita, è stato condannato dalla V sezione del tribunale penale di Roma a tre anni e sei mesi di reclusione per estorsione. Secondo l’accusa il medico, attualmente sospeso dalla professione, avrebbe chiesto illecitamente a una coppia di Campobasso che nel 2013 si era rivolta a lui per un intervento di fecondazione assistita una somma di denaro a saldo delle prestazioni sanitarie offerte, minacciando altrimenti di non portare avanti le procedure stesse. Il Tribunale ha invece assolto Antinori, con formula piena (perché il fatto contestato non sussiste) dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di gameti e da quella di truffa. Accuse che erano state contestate in concorso anche alla figlia Monica, a suo marito il dottor Fabrizio Cerusico e a un collaboratore del ginecologo, Luca Muscatello.

Una condanna, come accennato, ben più pesante rispetto alla richiesta del pm che nel corso della sua requisitoria aveva chiesto di derubricare il reato in quello di esercizio arbitrario di pretesa e una pena di otto mesi di reclusione. Ma il Tribunale è stato di diverso avviso.

In aula c’era lo stesso Antinori che commentando le decisioni dei giudici ha sottolineato: “Quello di oggi è un funerale della giustizia. Io ho fiducia nella giustizia, ma nei miei confronti è stata compiuta una mostruosità giuridica. Sono stato condannato per un reato inesistente che avrei commesso ai danni di una coppia che non mi ha mai pagato una lira e che è venuta a testimoniare al processo in lacrime per raccontare la sua storia”. Ad assistere Antinori sono stati gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Pietrocarlo che a loro volta nel corso degli interventi difensivi avevano già anticipato che la coppia che si era rivolta ad Antinori non ha mai pagato alcunché nonostante abbia avuto una prestazione sanitaria che si è svolta a Siviglia, raggiunta con l’aereo privato di Antinori in attesa che si facesse l’intervento di fecondazione assistita. I difensori hanno annunciato l’impugnazione della sentenza.

Antinori è sotto processo anche a Milano dove deve rispondere di accuse ancora più pesanti: rapina, sequestro di persona, lesioni personali aggravate, estorsione, falso materiale e ideologico. Il tutto per avere, secondo l’accusa, immobilizzato e sedato un’infermiera spagnola di 24 anni, che nel processo si è costituita parte civile, ed averle espiantato ovuli da vendere alle coppie che si rivolgevano a lui per la fecondazione assisitita. Nel corso di un’udienza del processo, iniziato il 17 novembre, Antinori è stato espulso dall’aula perché disturbava. Il ginecologo è uscito sbattendo la porta non prima di aver gridato “Sono talebani questi magistrati”.