Il G7 che divide: Johnson va a Washington, Merkel no

La cancelliera tedesca ha fatto sapere che non si recherà a Washington, cosa che farà invece il premier inglese. Ma il quadro del primo G7 in epoca Covid è ancora un affresco informe

G7

Johnson sì, Merkel no. Prova a comporsi il puzzle del G7 che, fra incertezze e conferme, continua a giocarsi a colpi di annunci da parte dei leader delle sette potenze mondiali. Qualche ora fa la doccia fredda era arrivata dalla Germania, con la cancelliera Angela Merkel a inviare oltreoceano l’annuncio della sua assenza, “vista la situazione globale della pandemia”. La leader tedesca non sarà a Washington quindi, dove il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole a tutti i costi che il G7 si svolga a Washington. Non a Camp David, dove era originariamente prevista, né tantomeno in digitale, come da più parti sostengono sia meglio. Anche la Casa Bianca lo aveva sostenuto inizialmente, salvo poi ripensarci nelle ultime settimane al fine di dare una parvenza di normalità a una situazione generale che, per forza di cose, prima o poi dovrà tornare a un assetto più stabile per evitare la debacle.

Il sì di Johnson

Una veduta che, a quanto sembra, ha convinto Boris Johnson, che pure gli effetti del Covid-19 li ha vissuti sulla propria pelle. Il premier britannico ha infatti fatto sapere alla Casa Bianca che risponderà all’invito di Trump a recarsi a Washington, anzi, sarebbe stato proprio Johnson a riferirlo al presidente americano nel corso di una telefonata in cui i due leader avrebbero discusso i futuri accordi commerciali da instaurare a Brexit ultimata. Ancora incerta la posizione di Emmanuel Macron, il quale ha già fatto sapere che a Washington ci andrà a patto che le condizioni sanitarie lo permettano. Stesso discorso anche per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Defezione tedesca

Di sicuro, al momento è la scelta di Angela Merkel a far discutere, anche perché la sua non sarebbe una scelta dettata esclusivamente dalla situazione sanitaria degli Stati Uniti, tutt’oggi il Paese con il maggior numero di casi e di vittime al mondo. A sollecitare la defezione della cancelliera tedesca, sarebbe arrivato anche il discorso Nordstream 2, il gasdotto fra Germania e Russia, sul quale continua a incombere lo spettro delle sanzioni americane, ma anche la questione dei finanziamenti Nato. Temi che i due leader avrebbero discusso nel corso di una telefonata dai toni alti, probabilmente la spallata decisiva a far sì che la bandiera tedesca non sventolasse al prossimo G7. Sempre che, alla fine, non si decida di fare tutto in call conference.