Gratteri: “Alberghi, ristoranti, parrucchieri. Le mafie si comprano il brand Italia”

Colombia: governo chiede a Usa estradizione di Mancuso. La Guardia di Finanza di Milano lo accusa di un intenso traffico di droga con la 'ndrangheta calabrese

Brand Italia

Nell’emergenza coronavirus “la ‘ndrangheta é già arrivata prima dello Stato, nel mirino c’è
il brand Italia”. A dirlo in un’intervista a La Stampa é il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, convinto che “la ‘ndrangheta é una delle aziende italiane più solvibili”. Secondo il magistrato “c’é un welfare mafioso, che approfitta della mancanza dello Stato, e c’é il doping economico di cui hanno bisogno imprese e attività commerciali per non fallire” e le mafie che “hanno una liquidità sterminata dunque investono”. Dove? Nel “narcotraffico internazionale, settore – ricorda Gratteri – in cui la ‘ndrangheta é leader nel mondo”, e anzi “quasi monopolista”.

Soldi alle mafie

Non è la prima volta che il procuratore lancia l’allarme sulle possibili infiltrazioni mafiose in tempo di coronavirus. “Bisogna fare in fretta, ma c’è il pericolo che i soldi degli aiuti vadano in mano alle mafie, certamente. Per questo, per quanto riguarda i lavoratori in nero, ho parlato con l’Anci, e per lo meno l’Anci calabrese è d’accordo: consegneranno gli elenchi ai Prefetti, che li distribuiranno alle forze dell’ordine che li visioneranno per evitare che evasori totali, gente ricca che sulla carta risulta nullatenente, incassi questi soldi”, aveva detto Gratteri a Sky TG24 lo scorso 13 aprile. “Per quanto riguarda le aziende – aveva aggiunto il procuratore di Catanzaro – è necessario, anche in questo caso, questo tipo di controllo. Noi abbiamo le forze dell’ordine che sul territorio hanno un controllo capillare, abbastanza diffuso. Possiamo utilizzare questa grande conoscenza per interagire con chi deve distribuire questi soldi, con chi va a fare gli elenchi per vedere chi ha bisogno e chi no”.

Nicola Gratteri

Colombia: governo chiede estradizione di Mancuso

Le autorità giudiziarie della Colombia hanno reso noto di aver chiesto agli Stati Uniti il 15 aprile scorso l’estradizione dell’ex leader paramilitare italo-colombiano Salvatore Mancuso, dal 2008 recluso in un carcere di Atlanta dove ha quasi completamente scontato una condanna a 15 anni e dieci mesi per traffico di stupefacenti. L’obiettivo di questa iniziativa è permettere a Mancuso, una volta rientrato in Colombia, di testimoniare su almeno 11.000 gravi delitti, fra cui centinaia di brutali omicidi, commessi da lui e dai paramilitari ai suoi ordini. Figlio di un emigrato italiano, Mancuso ha 55 anni, è ricercato anche dalla Guardia di Finanza di Milano che lo accusa di traffico di droga con la ‘ndrangheta calabrese.

Camorra

Le mafie si sono riorganizzate per trarre profitti dal lockdown e dalla crisi economica innescata dal coronavirus. Non solo la ‘ndrangheta, ma anche la camorra. L’organizzazione criminale campana, se da un lato ha perso proventi dallo spaccio di droga a causa delle restrizioni, dall’altro sta guadagnando con i “prestiti” e gli “aiuti” alle aziende e ai privati che hanno necessità di liquidità per non fallire o semplicemente per arrivare a fine mese. Ce lo racconta da testimone oculare don Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo Apostolo a Caivano, un comune nel napoletano situato proprio nella tristemente nota Terra dei Fuochi. Don Patriciello ha rilasciato pochi giorni fa un’intervista su In Terris, intitolata
“La camorra? Un virus mortale da debellare subito” dove spiega come sono cambiati i traffici di una delle mafie più potenti e radicate del mondo.