Gentiloni alle Camere: “Recovery Fund? Occasione e responsabilità”

Il commissario agli Affari europei dell'Ue in videoconferenza davanti alle Commissioni di Camera e Senato: "Non è una ripresa a V ma una fase di rilancio"

“Non siamo di fronte a una ripresa a V ma di fronte a una fase rilancio delle economie ma con un clima di incertezza e anche l’Italia che ha reagito bene all’emergenza sanitaria è alle prese con l’incertezza”. E’ il profilo che il commissario agli Affari economici dell’Ue, Paolo Gentiloni, traccia nella sua audizione alla Camera dei Deputati. L’ex premier, intervenuto davanti alle commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea delle due Camere, ha tracciato la linea sulle priorità di utilizzo del Recovery Fund. Evidenziando un programma necessario per mettere fruttuosamente a disposizione le risorse europee. Per Gentiloni, a ogni modo, non è questione di formulare “una raccolta di esigenze ma del coraggio di guidare questa ripresa e ricostruzione perché o lo facciamo oggi o sarà difficile in altre occasioni”.

Gentiloni: “Fiducioso nella capacità italiana”

Davanti alle Commissioni, l’ex presidente del Consiglio ha spiegato che “la grande responsabilità del governo e del parlamento” sta proprio nel guidare in modo corretto la fase di ripresa. E Gentiloni si dice “fiducioso” poiché “l’Italia ha tutte capacita e potenzialità per essere all’altezza di questa sfida”. E, sulle risorse e lo spazio di bilancio, spiega che entrambe le cose sono a disposizione e che “se non le usiamo oggi il rischio è che non lo facciamo più e questo vale soprattutto per l’Italia, sia per i problemi di bassa crescita sia per l’elevato livello del debito, problema che non scomparirà nel tempo”.

Piani nazionali

“Ci aspettiamo – ha detto ancora Gentiloni – per la metà di ottobre delle bozze che consentano il confronto necessario. La presentazione finale dei piani è prevista per l’inizio del prossimo anno, è una scadenza, ma incoraggiamo a presentarli in forma definitiva anche prima“. Ribadendo che “i piani nazionali non saranno redatti a Bruxelles né imposti da Bruxelles, ma proposti dai 27 paesi”, l’ex premier fa sapere che “è molto chiaro che la commissione non è un intermediario finanziario per trasferire risorse a scatola chiusa ai paesi ma ha l’obbligo di verificare che i piani siano in linea con le priorità comuni”.