G20 straordinario sull’Afghanistan. Michel: “Dobbiamo evitare una catastrofe umanitaria”

Il summit in videconferenza presieduto dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi

(immagine Getty Images)

E’ durata tre ora circa la riunione straordinaria dei leader del G20 sull’Afghanistan presieduto dal premier italiano Mario Draghi.

Lotta al terrorismo

I leader riuniti sull’Afghanistan hanno ribadito il loro impegno nella lotta al terrorismo, compresa la minaccia costituita dall’Isis-K, e per garantire un passaggio sicuro per gli stranieri e gli afghani che cercano di lasciare il Paese. Lo afferma il presidente americano Joe Biden, secondo quanto riporta la Casa Bianca.

“Evitare catastrofe umanitaria”

“Una destabilizzazione dell’Afghanistan avrebbe un impatto nell’intera regione e anche oltre. La recrudescenza del terrorismo, il traffico di essere umani e di sostanze stupefacenti sono una seria minaccia. Dobbiamo evitare una catastrofe umanitaria”, così in un tweet il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, riprendendo alcuni passaggi del suo intervento alla riunione del G20 straordinario sull’Afghanistan. “Giudici donne in fuga perché temono per la propria vita, ragazze a cui viene negato l’accesso all’istruzione. Questo non è accettabile. Le nostre condizioni per l’impegno con Afghanistan sono più rilevanti che mai: “il rispetto dei diritti umani, un governo inclusivo, evitare che il Paese si trasformi in un paradiso per i terroristi; permettere che le attività umanitarie possano continuare e garantire corridoi sicuri”, ha sottolineato Michel nel corso del G20.

“Prima risposta multilaterale”

“E’ la prima risposta multilaterale alla crisi in Afghanistan. Si è avuta più di una conferma che le Nazioni Unite saranno protagoniste di questa risposta”, ha detto in conferenza stampa dopo il summit Mario Draghi. Sul tema delle migrazioni, il presidente del Consiglio italiano ha dichiarato che “è essenziale il coinvolgimento dei Paesi vicini, centinaia di migliaia, forse milioni di migranti sono andati finire nei paesi vicini che, senza desiderarlo, si trovano coinvolti a gestire una realtà nuova che non è finita, perché le migrazioni continueranno. Per questo bisogna rispondere immediatamente”, poi ha citato anche i corridoi umani e quanto fatto dal “governo italiano” che “ha assicurato l’uscita di cinquemila persone dall’Afghanistan, anche la Germania ha fatto molto, e il Regno Unito. C’è “questa consapevolezza diffusa che ci sia lì ancora gente che vuole uscire, e che sia nostra responsabilità prendersene cura”.

“C’è un’altra grossa lacuna da affrontare, perché purtroppo – a quanto si vede – il governo talebano non ha mostrato capacità amministrative straordinarie”, ha proseguito Draghi parlando di “un vuoto istituzionale e quindi, nella misura in cui il governo talebano è disposto ad accettare aiuto, una linea d’azione cruciale è quella della ricostruzione delle istituzioni“. Bisogna anche evitare il “collasso economico” del paese e in particolare la crisi dei “pagamenti” e del “sistema bancario”, ha detto il capo dell’esecutivo italiano, aggiungendo che “la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e gli Stati dovrebbero essere sotto” l’ombrello delle Nazioni unite, “ciò deve essere coordinato, ma soprattutto il più efficiente possibile”.