Fca nel mirino della Guardia di Finanza: ecco quali potrebbero essere le cause

Avviate le indagini dalla Procura di Francoforte

ll Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Torino ha dato corso a perquisizioni in tre sedi torinesi del Gruppo Fca, attive nella progettazione.
L’ipotesi investigativa è la frode in commercio in una inchiesta fotocopia del “dieselgate” nei confronti di Volkswagen.

Le indagini su alcuni modelli di Fca

Coordinate dal Pm Vicenzo Pacileo, vengono condotte in accordo con la Procura di Francoforte. Sono, infatti, partite dalla Procura di Francoforte, la quale si occupa di rilevare irregolarità nel mercato tedesco. Il coordinamento internazionale dell’operazione, che coinvolge anche la Svizzera, è stato possibile per la fattiva collaborazione di Eurojust.

L’ipotesi è che su alcuni modelli sarebbero stati installati dispositivi di controllo del motore non conformi alla regolamentazione europea, per cui le emissioni inquinanti, in condizioni reali di guida, sarebbero superiori a quelle rilevabili in sede di omologazione, e non consentite. Sono cinque i modelli diesel di auto del gruppo Fca sotto osservazione nell’ipotesi che siano dotati di un software che controlla il motore e artificiosamente riduce le emissioni nella fase del collaudo per rientrare nelle soglie stabilite dalla comunità europea.

La risposta della multinazionale

Fca conferma che in alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca. “L’Azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti – precisa un portavoce – e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti». Fca dal canto suo «sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura”.