Family Act, via libera del Cdm: “Pensato per sostenere la genitorialità”

Il pacchetto di misure a sostegno delle famiglie approvato in Consiglio: sì all'assegno universale, maggiorato in caso di figli successivi al primo, agli incentivi per il lavoro femminile e a nuovi congedi parentali

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Il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Family Act, il pacchetto delle misure a sostegno delle famiglie frutto del lavoro del ministro Elena Bonetti e che lo stesso titolare del dicastero della Famiglia e delle Pari opportunità definisce “un sogno grande iniziato alla Leopolda. Il primo piano integrato per le politiche familiari nel nostro paese. L’italia riparte dalle famiglie”. Il piano approvato in Cdm, ha precisato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, punterà a “sostenere la genitorialità, contrastare la denatalità, favorire la crescita dei bambini e giovani e la conciliazione della vita familiare con il lavoro, soprattutto femminile. Devo a Bonetti e Catalfo l’impegno per portare a compimento questo importante provvedimento“.

La discussione

Scopo del Family act, il sostegno non solo alla genitorialità ma alla funzione sociale ed educativa delle famiglie, investendo sui figli e sugli altri aspetti della vita familiare, non ultimo la conciliazione del menage quotidiano con il lavoro, affinché non ne risenta. Otto articoli in tutto, le fondamenta contenute tutte nel primo e attuazione con decreti delegati. Un’approvazione che, a ogni modo, qualche travaglio lo ha vissuto. In mattinata, il confronto tra Italia Viva e Partito democratico sul tema dell’assegno universale, con il firmatario della proposta di legge, Stefano Lepri, a specificare che “dalla proposta è stata stralciata la parte che riguarda l’assegno unico per i figli. Lunedì cominceranno infatti le votazioni in Commissione alla Camera della proposta di legge delega, d’iniziativa del Partito democratico, che istituisce appunto l’assegno unico per i figli”. Versione ribattuta da Iv, che sosteneva invece come non ci fosse stato “nessuno stralcio, il testo approvato contiene l’assegno universale“.

Family act: le misure

Assegno universale presente nella bozza finale e che verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età di ciascun figlio, ad eccezione della figlia o del figlio disabile per il quale non sussistono limiti di età, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione. Maggiorazione del 20% nel caso di figli successivi al primo, anche nel caso di figlia o figlio disabile. Per quanto riguarda gli incentivi al lavoro femminile, presente nel testo l’indennità integrativa del 30% della retribuzione per le madri lavoratrici erogata dall’Inps, per il periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio e la deducibilità delle spese per le baby-sitter tenendo conto dell’Isee. Per i congedi parentali, si stabilisce un periodo minimo non inferiore ai due mesi di congedo parentale non cedibile all’altro genitore per ciascun figlio.