Gara di fuoco in Australia. Max Verstappen porta la Red Bull a tagliare il traguardo per prima, al termine di un Gp concluso con ben tre bandiere rosse, altrettante partenze, penalità e un’interruzione critica a due giri dalla fine per togliere di mezzo i detriti di una Haas. L’olandese si prende pesce e piatto all’Albert Park di Melbourne ma è forse la notizia meno d’impatto. A fare polemica è Carlos Sainz, quarto in pista ma piombato al dodicesimo posto a seguito di una penalità inflitta per un contatto con Alonso (terzo) alla partenza numero due. Va ancora peggio a Charles Leclerc, la cui gara dura appena un paio di giri: la sua Ferrari sfiora l’Aston Martin di Lance Stroll alla curva 3 e finisce nella ghiaia, senza riuscire più a uscirne. Ennesima delusione atroce per il monegasco, protagonista probabilmente del peggior avvio di stagione da quando è al Cavallino.
A far rumore, però, è la decisione di interrompere la gara a una paio di tornate dalla conclusione, con partenza da fermo e rischio inevitabile di confusione, puntualmente verificatasi nel momento in cui il semaforo ha dato via libera. Sainz, quarto in quel momento, tocca l’Aston Martin di Alonso e si prende 5” di penalità. Gli incidenti delle due Alpine di Gasly e Ocon (quinto e decimo prima dello stop) portano un’altra bandiera rossa e la Safety Car di nuovo in pista, per un finale all’insegna del caos consumato da quelle stesse mosse che avrebbero dovuto evitarlo in termini di sicurezza.
Prova ne sia che nemmeno i piloti più navigati, Alonso e Verstappen in primis, abbiano capito appieno la seconda bandiera rossa. Lo spagnolo, protagonista del patatrac con Sainz, si consola con un nuovo podio. Il connazionale su Ferrari, invece, attacca la direzione di gara, parlando di “gara rubata”. L’olandese, invece, prende il largo, staccando al traguardo anche un Lewis Hamilton partito a razzo assieme all’altra Mercedes, quella di Russell (poi ritirato).
Nonostante la bandiera a scacchi abbia decretato la conclusione del rovente Gp, toccherà are i conti con l’onda lunga delle decisioni inali. In particolare sulle ultime due bandiere rosse e sulla decisione di concludere la gara dietro la Safety Car anziché cristallizzare le posizioni prima dell’ultimo stop, a un solo giro dalla fine. E le due Alpine, entrambe in zona punti ma finite contro il muro, scivolano inevitabilmente fuori dalle zone nobili, in quanto non più in grado di gareggiare. Lo stesso Sainz riceve ia radio la notizia della penalità per il contatto con Alonso, ritrovandosi da fantasma in quarta posizione e dando sfogo alla sua uria per un Gp chiuso con uno zero alla casella dei punti.
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